Next Generation EU: le sei missioni nel PNRR dell’Italia

8-04-2021 | News

Manca meno di un mese al 30 aprile, ovvero al giorno in cui la Commissione Europea si aspetta da ciascuno degli Stati membri la consegna del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Il Next Generation EU sta per entrare nel vivo con l’invio delle prime tranche dei 750 miliardi di euro messi in cantiere per risollevare l’economia del vecchio continente, travolto dalla pandemia e dai conseguenti lockdown. L’Italia sarà uno dei principali beneficiari di questo fondo: il governo di Roma ha diritto a 191,5 miliardi di euro. Dei 750 miliardi totali 390 sono a fondo perduto e 360 prestiti che potranno essere restituiti fino al 2058. Come ha spiegato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, gli investimenti strategici dovranno andare a valorizzare voci chiave per permettere all’Italia di reagire alla recessione e dare vita a una vera e propria transizione verso un nuovo modello di sviluppo, di lavoro e di economia. Al momento non ci sono cifre ufficiali e, soprattutto, non è noto come saranno suddivise le risorse destinate all’Italia. Sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze l’ultimo documento ufficiale presenta una somma complessiva di oltre 200 miliardi.

I tre pilastri del Next Generation EU italiano

Sono tre i pilastri principali attorno a cui ruota il Next Generation EU per l’Italia: transizione ecologica, digitalizzazione e innovazione, inclusione sociale. Voci che, a loro volta, saranno declinate in diverse aspetti che riguardano, ad esempio, la sostenibilità – dove l’Italia mostra già eccellenze a livello europeo – e la mobilità sostenibile con nuove infrastrutture. C’è poi la questione del digital divide da affrontare: come si è visto in una anno di didattica a distanza le disuguaglianze si sono accentuate – secondo l’Istat una famiglia su tre, nel 2020, non aveva accesso a internet e non disponeva di un pc –; e sempre in merito alle disuguaglianze il Next Generation EU dovrebbe consentire di affrontare la questione meridionale andando a favorire lo sviluppo del Mezzogiorno.

Le sei missioni

Se è vero che rispetto a gennaio i fondi stanziati per l’Italia sono diminuiti (erano 210 i miliardi) l’occasione resta comunque irripetibile e i primi fondi dovrebbero arrivare entro la fine dell’estate. Ma con quale criterio saranno suddivisi questi investimenti? L’impostazione del PNRR non è cambiata a seguito della crisi di governo e il documento continuerà ad essere suddiviso in sei aree tematiche, le cosiddette missioni: digitalizzazione, transizione ecologica, infrastrutture sostenibili, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, e salute. Gli oltre 190 miliardi di euro dovrebbero essere suddivisi con questa logica.

La fetta più grossa è stata assegnata alla transizione ecologica (69 miliardi), seguita da digitalizzazione e modernizzazione della pubblica amministrazione (46 miliardi), trasporti (32 miliardi), istruzione e ricerca (28 miliardi), inclusione e coesione (28 miliardi) e la sanità (19 miliardi). La somma complessiva proposta supera i 191,5 miliardi destinati all’Italia, ma i tecnici hanno spiegato che «è verosimile che l’impatto in termini di indebitamento netto delle risorse impiegate in questo ambito si riduca». Come si legge infine in questo documento della Camera dei Deputati, è già stato stimato l’impatto del Next Generation EU sull’economia italiana. «Il Governo stima un effetto positivo sul PIL con un andamento crescente quasi lineare nel tempo, a partire da circa 0,5 punti percentuali nell’anno 2021 e fino a circa 3 punti percentuali nel 2026 (anno in cui tutte le risorse del Piano dovranno essere state spese), per un effetto complessivo nel periodo di oltre 10 punti percentuali di PIL».

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