Transizione ecologica, Italia promossa per i rifiuti. Resta il nodo plastica

23-03-2021 | In evidenza in HP, News

Modello e punto di riferimento nella circular economy. I dati aggiornati sull’evoluzione dell’economia circolare in Italia fotografano il nostro paese tra i più efficienti a livello europeo. Secondo ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, nel 2017 la quota di materie prime ritrattate e reimmesse nel sistema economico è stata del 17,7%, contro una media europea dell’11%. Rispetto al Goal 12, ovvero l’obiettivo sul “Consumo e produzioni responsabili” dell’Agenda 2030 dell’ONU (che comprende 17 Goal complessivi), l’Italia ha fatto notevoli passi avanti negli ultimi anni, attestandosi in seconda posizione, dietro all’Olanda. In merito poi al corretto riciclo dei rifiuti, la buona pratica si è diffusa sempre di più arrivando, nel 2019, a sfiorare il 50% degli scarti recuperati correttamente. Tanto è stato fatto, ma molto ancora resta da fare soprattutto in merito alla produzione della spazzatura, ancora eccessiva lungo lo stivale: nel 2019 a livello pro capite se ne sono prodotti 5 quintali (dato in crescita rispetto agli anni precedenti).

Economia circolare: il ruolo della plastica

Tra i tanti ambiti della transizione ecologica un ruolo centrale sarà giocato, ad esempio, da come evolverà l’utilizzo della plastica. Come ha spiegato l’ASviS nel rapporto su “Il piano nazionale di ripresa e resilienza“ pubblicato nel marzo 2021, «il posticipo dell’entrata in vigore della plastic tax non è da considerarsi positivo dal punto di vista del Goal 12». Per la tassa sugli imballaggi plastici è stata infatti confermata, in sede di Legge di bilancio, la proroga al primo luglio 2021. Secondo l’ASviS diventerà sempre più importante «incentivare la riduzione della produzione di rifiuti legati al packaging, promuovendo riciclo ed economia circolare legati anche all’uso di materie prime certificate per la gestione sostenibile delle risorse».

Il piano d’azione europeo

L’emergenza plastica è stata accolta come prioritaria anche a livello europeo dove, come evidenziato in una pubblicazione dell’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sottoposto alla vigilanza del ministero della Transizione ecologica), emerge quanto la plastica (e il suo utilizzo) siano elementi centrali del piano d’azione comunitario sull’economia circolare. «Nel corso degli ultimi 50 anni – si legge nel documento – il ruolo e l’importanza della plastica nella nostra economia sono cresciuti in modo costante» con una produzione «aumentata di venti volte rispetto agli anni ’60 del secolo scorso».

Enrico Giovannini all’edizione 2020 del Festival del Futuro

In parallelo a questa diffusione capillare, pratiche di smaltimento scorrette e inciviltà da parte di alcuni hanno danneggiato l’ambiente al punto che oggi la presenza di plastiche e microplastiche nei mari e oceani rappresenta un’emergenza globale (ad oggi galleggiano 150 milioni di tonnellate di materiali dal Pacifico all’Atlantico). Per far fronte anche a questo il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (e già fondatore e portavoce dell’ASviS) Enrico Giovannini aveva spiegato l’urgenza di studiare un disegno per far sì che l’Italia del 2030 sia votata allo sviluppo sostenibile (potete leggere l’intervento in questo articolo ripreso dall’Harvard Business Review Italia). Una delle possibili strade è quella indicata dalla recente joint venture paritetica tra Unilever e Seri Plast, che riconvertiranno lo stabilimento di Pozzilli, in provincia di Isernia, per farne uno dei più avanzati poli verticali per la produzione di plastica riciclata in tutta Europa (l’investimento è di 75 milioni di euro).

Sostenibilità come compromesso

Non si tratta di rinunciare a un materiale prezioso e utile, ma di cambiarne le abitudini di utilizzo. Questo è soltanto un tassello che andrà a comporre il percorso verso la transizione ecologica, in cui è necessario tener conto di molti attori in campo. Secondo le stime UE nel vecchio continente il settore della plastica dà lavoro a 1,5 milioni di persone e nel 2015 ha generato un giro d’affari di 340 miliardi di euro. Riprendendo quanto detto di recente dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, «la sostenibilità è un compromesso: essere sostenibili significa trovare un compromesso tra istanze diverse». Partendo dunque dalle best practice nazionali sull’economia circolare, «il paese deve ambire a essere nazione di riferimento. Dobbiamo proteggere e migliorare le eccellenze».

Alessandro Di Stefano

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