Next Generation EU, gli operatori IT: «Ricerca e competenze per lanciare il 5G»

14-12-2020 | News

Next Generation EU

Il programma italiano di spesa dei fondi Next Generation EU deve prevedere un forte impulso allo sviluppo del mercato della tecnologia 5G, agendo sullo sviluppo delle competenze e sul potenziamento della ricerca e sviluppo, oltre che intervenendo sul fronte dello stimolo alla domanda di tecnologia. A dirlo è Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, Associazione Italiana per l’Information and Communication Technology (ICT) aderente a Confindustria.

Nei giorni in cui il governo Conte decide – e si divide – sulla struttura che dovrà gestire il “Recovery Plan” post-pandemia dal valore di 196 miliardi tra risorse a fondo perduto e prestiti dell’Unione Europea, gli operatori dell’industria IT fanno sentire la loro voce. Digitalizzazione e innovazione, secondo le bozze del piano governativo, dovrebbero ottenere 48,7 miliardi di euro, la seconda dote più ricca dopo quella dedicata alla “rivoluzione verde e transizione ecologica”, a cui andrebbero 74,3 miliardi.

«Abbiamo bisogno di condividere obiettivi Paese forti e di basare i nostri piani industriali su una visione comune sulla base della quale costruire politiche di medio e di lungo e individuare obiettivi e strumenti – afferma Marco Gay, presidente di Anitec-Assinformm, intervenendo al convegno 5G Italy 2020 promosso dal Cnit –. Il 5G è una rivoluzione che può e deve stravolgere in positivo il nostro modo di vivere e di lavorare, consentendoci di incidere profondamente sullo sviluppo del Paese. Per sostenere la rivoluzione 5G occorrerà anche agire su due leve fondamentali: lo sviluppo delle competenze e il potenziamento della R&S in ambito high-tech».

«Poli tecnologici di altissimo livello» per il 5G

«A livello di sistema – continua Gay –  la creazione di un ecosistema 5G deve tradursi nello sviluppo di poli tecnologici di altissimo livello, dando spazio ad esempio alla crescita del mondo delle PMI e delle startup che, insieme al mondo degli operatori di telecomunicazione, ai grandi attori della filiera tecnologica e ai soggetti pubblici, potranno ampliare l’offerta complessiva di servizi a valore aggiunto per imprese, PA e cittadini».

Per Gay è necessario intervenire anche a livello di competenze, conn una vera educazione alla cittadinanza digitale, «che coinvolge tutti gli strati della popolazione. Dobbiamo formare risorse in grado di supportare i processi di digitalizzazione – afferma il presidente di Anitec-Assinform –, attraverso un programma di rilancio degli istituti tecnici e degli istituti tecnici superiori per la formazione di diplomati in informatica e tecnologie digitali in generale, nonché migliorando l’attrattività dei corsi di laurea in materie STEM e dottorati di ricerca industriali.  Accanto a questo, nella nostra strategia ‘Next Generation’ deve trovare un posto di rilievo anche il sostegno della domanda per gli utilizzatori del 5G».

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