Il programma italiano di spesa dei fondi Next Generation EU deve prevedere un forte impulso allo sviluppo del mercato della tecnologia 5G, agendo sullo sviluppo delle competenze e sul potenziamento della ricerca e sviluppo, oltre che intervenendo sul fronte dello stimolo alla domanda di tecnologia. A dirlo è Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, Associazione Italiana per l’Information and Communication Technology (ICT) aderente a Confindustria.
Nei giorni in cui il governo Conte decide – e si divide – sulla struttura che dovrà gestire il “Recovery Plan” post-pandemia dal valore di 196 miliardi tra risorse a fondo perduto e prestiti dell’Unione Europea, gli operatori dell’industria IT fanno sentire la loro voce. Digitalizzazione e innovazione, secondo le bozze del piano governativo, dovrebbero ottenere 48,7 miliardi di euro, la seconda dote più ricca dopo quella dedicata alla “rivoluzione verde e transizione ecologica”, a cui andrebbero 74,3 miliardi.
«Abbiamo bisogno di condividere obiettivi Paese forti e di basare i nostri piani industriali su una visione comune sulla base della quale costruire politiche di medio e di lungo e individuare obiettivi e strumenti – afferma Marco Gay, presidente di Anitec-Assinformm, intervenendo al convegno 5G Italy 2020 promosso dal Cnit –. Il 5G è una rivoluzione che può e deve stravolgere in positivo il nostro modo di vivere e di lavorare, consentendoci di incidere profondamente sullo sviluppo del Paese. Per sostenere la rivoluzione 5G occorrerà anche agire su due leve fondamentali: lo sviluppo delle competenze e il potenziamento della R&S in ambito high-tech».
«Poli tecnologici di altissimo livello» per il 5G
«A livello di sistema – continua Gay – la creazione di un ecosistema 5G deve tradursi nello sviluppo di poli tecnologici di altissimo livello, dando spazio ad esempio alla crescita del mondo delle PMI e delle startup che, insieme al mondo degli operatori di telecomunicazione, ai grandi attori della filiera tecnologica e ai soggetti pubblici, potranno ampliare l’offerta complessiva di servizi a valore aggiunto per imprese, PA e cittadini».
Per Gay è necessario intervenire anche a livello di competenze, conn una vera educazione alla cittadinanza digitale, «che coinvolge tutti gli strati della popolazione. Dobbiamo formare risorse in grado di supportare i processi di digitalizzazione – afferma il presidente di Anitec-Assinform –, attraverso un programma di rilancio degli istituti tecnici e degli istituti tecnici superiori per la formazione di diplomati in informatica e tecnologie digitali in generale, nonché migliorando l’attrattività dei corsi di laurea in materie STEM e dottorati di ricerca industriali. Accanto a questo, nella nostra strategia ‘Next Generation’ deve trovare un posto di rilievo anche il sostegno della domanda per gli utilizzatori del 5G».