All’evento Aspettando il Festival a Brescia il presidente di GEA-Consulenti di Direzione, Luigi Consiglio, ha spiegato quale deve essere la rotta nel campo della formazione. «Il new normal e il never normal (due concetti chiave dell’edizione 2021 del Festival del Futuro, ndr) significano che non possiamo mai considerarci arrivati – le sue parole nella video intervista -. La regola per ogni lavoro è di mettersi continuamente in discussione. Bisogna allenare i propri muscoli a cambiare continuamente. Questo è il messaggio che noi vogliamo dare con il Festival del Futuro: non temiate la tecnologia e il cambiamento». In vista dell’appuntamento del 18/20 novembre a Verona e in streaming stiamo raccontando i vari panel in calendario (qui l’intero programma) per presentare gli argomenti che saranno toccati dai tantissimi relatori. Sabato 20 novembre, ad esempio, segnaliamo l’incontro dal titolo Nuove competenze e nuova formazione, obiettivi prioritari per il rilancio previsto alle ore 9.
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In questi mesi abbiamo raccontato a fondo le grandi transizioni in atto, dalla digitalizzazione fino alla sostenibilità. Tra le tante improcrastinabili c’è anche quella della formazione e delle competenze: in un’epoca in cui sempre più aziende fanno ricorso allo smart working affidando più responsabilità e autonomia a dipendenti e professionisti questi aspetti sono centrali. Al tempo stesso non si possono trascurare le materie STEM (Science, Technology, Engineering, and Mathematics), fondamentali per i giovani chiamati a scegliere quali percorsi di studio intraprendere. Quasi inutile ricordare il fatto che, per quanto riguarda le competenze digitali, l’Italia resta ancora in fondo alla classifica europea (stando all’indice DESI è 25esima su 28). Cosa si può fare dunque?
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Come si legge in questo articolo dell’Harvard Business Review Italia, «oggi il digitale è il cambiamento. […] Non è un tema riservato agli addetti ai lavori e non è limitato agli aspetti tecnologici/informatici, ma è invece un modo di pensare e di agire. E tocca la vita privata e professionale di tutti, a prescindere dal settore di attività». Ecco allora che il passaggio dal new normal al never normal richiede maggiori attivismo e partecipazione da parte dei singoli, che siano dipendenti o professionisti, nella propria formazione continua per coltivare competenze sempre in evoluzione nel mercato. Le opportunità delle digitalizzazione richiedono infatti una responsabilità maggiore da parte di chi non vuole perdere terreno.