Finanza sostenibile

21-07-2022 | News

Anche la finanza mondiale si scopre sostenibile. Investire in modo responsabile è un’esigenza di ambiente e società, ma è anche una precisa richiesta di giovani e meno giovani. E il mondo finanziario risponde.

di Mihir Desai

Il tema della sostenibilità, centrale nelle politiche di ogni Paese data la situazione sempre più preoccupante del cambiamento climatico globale, è entrato imperiosamente tra gli obiettivi e il modus operandi della grande finanza. Investire in modo responsabile e sostenibile è, infatti, un bisogno sempre più avvertito: riguarda tutti noi, ma è soprattutto un’esigenza delle nuove generazioni. L’espressione “finanza verde”, o “finanza sostenibile”, che la connota, era ignota ai più fino a non molti anni fa, e naturalmente deriva dalla più conosciuta espressione di “sviluppo sostenibile” che, nata per definire uno sviluppo coerente con la tutela dell’ambiente e la conservazione delle risorse per le future generazioni, si è poi estesa per ricomprendere anche la crescita economica e la responsabilità sociale. E oggi coincide sempre più anche con una crescente attenzione agli investimenti che, con tutto ciò che è sviluppo all’insegna della sostenibilità, devono avere un’alta aderenza e coerenza.

Giovani e meno giovani accettano sempre meno che gli strumenti finanziari loro proposti abbiano connessione con aziende o business che non rispettano l’ambiente, la società e le persone. Così, la domanda del pubblico per opportunità di investimento responsabilmente sostenibili è in aumento. E l’offerta, che provenga dal settore pubblico o da istituzioni private, deve rispondere adeguatamente. Lo chiedono gli investitori ma, soprattutto, lo chiede il pianeta. Gli scienziati delle Nazioni Unite lanciano infatti ammonimenti e appelli sistematici avvertendo che occorre cambiare regime, combattere le emissioni di carbonio, usare meglio le risorse, utilizzare energie rinnovabili e consumare in modo più sobrio.

Gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, o SDG) dell’Onu sono l’espressione di un più ampio appello globale a favore di una nuova tipologia di strategie di sviluppo, e questo può aiutare gli investitori a orientare i propri investimenti verso quelle aziende che, operando in modo responsabile e sostenibile, contribuiscono al conseguimento di traguardi di rilevanza mondiale.

Certo, questo che viviamo non è un periodo facile e i temi del cambiamento climatico, che due-tre anni fa costituivano la principale preoccupazione dell’opinione pubblica, sono stati messi in ombra prima dalla pandemia globale e poi dal conflitto russo-ucraino. Le turbolenze di mercato che ne sono seguite hanno evidenziato l’importanza di strategie in grado di affrontare rischi imprevisti o minacce esterne. Inoltre, hanno ben mostrato che l’incertezza mina in egual modo imprese e investitori e che la gestione del rischio è essenziale per perseguire obiettivi a lungo termine.

Questi temi si legano indissolubilmente al concetto di sostenibilità, che ormai determina ogni aspetto della nostra vita quotidiana, dalle scelte del singolo individuo sino alla definizione di prassi e strumenti aziendali. Anche la “politica” promuove la sostenibilità attraverso leggi e normative volte ad attenuare criticità sociali e ambientali. Ma è soprattutto la nuova generazione di investitori a desiderare un ritorno tangibile degli investimenti in termini di benessere per l’ambiente e per la società intera. 

È questo il contesto nel quale si inserisce una nuova tipologia di investimenti sostenibili caratterizzata da una profonda correlazione con i 17 SDG che, come ormai ampiamente noto, contengono ben 169 sotto-obiettivi tra cui la lotta alla povertà e alle diseguaglianze, il miglioramento della salute e dell’istruzione e il contrasto al cambiamento climatico. Nell’identificazione degli SDG, le Nazioni Unite hanno quantificato gli investimenti necessari per il loro raggiungimento, sottolineando il ruolo fondamentale degli investimenti privati. Considerata l’importanza di tali obiettivi e il loro elevato impatto sul settore finanziario, è dunque del tutto conseguente che si stia sviluppando una nuova tipologia di investimenti sostenibili. 

I nuovi orientamenti

Lo sviluppo di questi investimenti sostenibili è basato su un approccio tematico: il processo di selezione identifica le aziende in grado di raggiungere determinati risultati in specifiche aree caratterizzate da un legame profondo con uno o più obiettivi SDG. Questo consente di investire in tematiche precise e concrete indirizzate al miglioramento della società e dell’ambiente, come, ad esempio, le energie rinnovabili o le soluzioni per la sicurezza alimentare. Ogni azienda selezionata segue un percorso ben definito per il raggiungimento dei propri obiettivi di business, anche se l’entità del contributo in termini di sostenibilità è spesso di difficile quantificazione. Ecco perché occorre un capillare processo di ricerca qualitativa, esaminando le aziende candidate e considerandone l’apporto sociale e ambientale in base agli obiettivi SDG di riferimento. Una valutazione che alla fine deve essere il risultato di un costante dialogo fra analisti a livello globale, attenti ai criteri ESG, ossia quelli che misurano le performance di ambiente, società e governo dei processi (Environment, Social, Governance). 

La crescente attenzione alla sostenibilità su scala globale favorirà verosimilmente le aziende che sostengono direttamente gli SDG; quest’ultime rappresentano, tra l’altro, un’ottima soluzione di investimento di partenza per lo sviluppo di strategie ESG. Sono sempre più numerose le istituzioni finanziarie, ma anche le compagnie di assicurazione che classificano le aziende in base alla misura in cui partecipano al conseguimento degli obiettivi SDG di riferimento, inserendo in portafoglio solo quelle con i punteggi più elevati ed escludendo a priori le imprese con procedure poco performanti in termini di sostenibilità.

Oltre l’impact investing 

Gli investimenti sostenibili condividono alcune analogie con i cosiddetti “impact investing” (investimenti “d’impatto”), che hanno accresciuto la loro popolarità negli ultimi anni. Esistono, però, delle differenze significative tra loro. L’impact investing si contraddistingue per la possibilità di quantificare e monitorare le prestazioni sociali e ambientali, nonchè il preciso ritorno finanziario, degli investimenti, spesso legati a un “asset reale” come un grande progetto infrastrutturale. Di norma, gli impact investment riguardano i private market, anche se non mancano gli esempi nei public market, come i green bond. In altre parole, l’impact investing presenta un nesso causale preciso e quantificabile fra l’investimento e il relativo impatto. 

Le strategie SDG investono in azioni di società che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ma, a differenza dell’impact investing, non è possibile quantificare i risvolti sociali e ambientali attraverso un unico indicatore standard. Nell’ambito di una strategia incentrata sulla fornitura di acqua pulita, ad esempio, gli investimenti possono spaziare dalle società di approvvigionamento idrico ai produttori di sistemi di filtraggio, con ripercussioni positive ad ampio raggio.

Il segmento delle strategie d’investimento correlate agli obiettivi SDG è in forte espansione, ma si tratta di una delle tante possibili risposte degli asset manager all’elevata domanda di investimenti sostenibili. Quest’ultima proviene da investitori consapevoli del potenziale rendimento di specifiche aziende all’avanguardia nello sviluppo di soluzioni legate ad asset reali che operano in modo responsabile e sostenibile. La domanda di investimenti ESG proviene da investitori che riconoscono nelle aziende all’avanguardia in termini di business un’opportunità di rendimento finanziario, sociale e ambientale

Benché non tutti gli obiettivi SDG abbiano un proprio equivalente finanziario, il mondo dell’asset management ha appena iniziato a considerarne l’elevato potenziale per lo sviluppo di nuove strategie d’investimento. È, quindi, prevedibile un’espansione dell’offerta che aiuterà gli investitori a orientare gli investimenti verso aziende non solo in rapida crescita, ma anche attente a cause di interesse globale.

Mihir Desai è professore di Finanza alla Harvard Business School.

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