Formazione, stili di vita e agroalimentare al centro dell’ultima mattina del Festival del Futuro, l’iniziativa del Gruppo editoriale Athesis, Eccellenze d’Impresa e Harvard Buiness Review Italia. La sessione dedicata all’agroalimentare è stata aperta dal parlamentare europeo Paolo De Castro, che ha definito l’indicazione geografica dei prodotti uno strumento che dà forza all’economia valorizzando le materie prime che nascono nei nostri territori. A conferma delle sue parole sul palco Stefano Berni, dg del Consorzio Grana Padano, Luca Giavi, dg del Consorzio del Prosecco che hanno illustrato il caso dei loro prodotti. A seguire il presidente di Coldiretti Ettore Prandini ha sottolineato che “serve un meccanismo per portare l’innovazione in tutto il sistema agroalimentare, dove i grandi gruppi devono essere un traino affinché l’intera filiera ne possa beneficiare”.
L’annuncio dell’innovation hub a Verona sull’agroalimentare
E, a proposito di innovazione, agricoltura e industria alimentare Luigi Consiglio, presidente di Gea e uno dei massimi esperti mondiali di agroalimentare, parlando con Piero Manzoni, Ceo di Neorurale Hub, Vincenzo Russi, Ceo di e-Novia e Andrea Zorzetto, managing partner Italy di Plug&Play, ha annunciato il progetto di portare a Verona un innovation hub di offerta tecnologica destinata all’ecosistema agroalimentare italiano per far incontrare big company dell’agroalimentare con nuove iniziative imprenditoriali promettenti. È questa l’ambiziosa sfida lanciata oggi dal palco del Festival del Futuro. Come ha sottolineato Andrea Zorzetto, “è l’obiettivo di Plug&Play proporre alla grandi aziende un bacino di startup che possono rispondere alle loro esigenze, ma ci siamo resi conto che è necessario portarle sotto casa di queste industrie, in modo anche da riuscire a stimolarle”. Un’esperienza, quella di Plug&Play, che parte dalla Silicon Valley e punta a mettere in connessione le startup in cerca di fondi e le aziende a livello mondiale.
Come evolvono le competenze
La mattina si era aperta con una riflessione sulla formazione. Quali sono le nuove competenze necessarie sul lavoro? Hanno risposto a questo quesito Maurizio Milan, presidente dell’Associazione Italiana Formatori, Odile Robotti, amministratrice unica di Learning Edge, Aurelio Regina, presidente di Fondimprese, Pierangelo Scappini, responsabile risorse umane e organizzazione di Poste Italiane, Andrea Laudadio, responsabile in ambito Human Resources di Tim Academy, development & recruiting, e Cesare Onestini, direttore di European Training Foundation. In futuro la forza lavoro sarà sempre più ibrida: le macchine eroderanno gli spazi finora riservati agli esseri umani.
Ciò che resterà appannaggio dell’uomo saranno, invece, le competenze sociali, emotive, la creatività, la capacità di affrontare eventi imprevisti, di motivare. Non solo. Fondamentale sarà il pensiero critico, la propensione all’apprendimento, considerato che le competenze tecniche tendono ad avere vita sempre più breve, ma anche la capacità di lavorare in team composti da talenti diversi, il saper gestire la propria attenzione, le emozioni, le priorità, e anche la “restartability”, la capacità di ricominciare più volte nella vita, perché la carriera difficilmente resterà la stessa.
Oggi la chiusura col ministro Giovannini
Per quanto riguarda invece le nuove generazioni ne hanno parlato Francesco Morace, founder di Future Concept Lab, Roberta Artuso, brand empowerment di Fastweb, Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo, Linda Gobbi, sociologa, co-founder e direttore di ricerca di Future Concept Lab, Claudio Marenzi, Ad di Herno. Nei loro interventi hanno analizzato gli stili di vita e di consumo e le differenze di baby boomers, millennials e generazioni Z e Alpha. Nel pomeriggio il festival prosegue parlando di inclusività, energia, decarbonizzazione. e cambiamento climatico. A chiudere il ministro delle infrastrutture e mobilità sostenibili, Enrico Giovannini.