In un periodo storico in cui i sistemi sanitari di tutto il mondo si trovano sotto fortissima pressione, il bisogno di ripensare i paradigmi alla base della gestione sanitaria è diventato sempre più evidente. Questo vale in particolar modo per l’Italia, dove il sistema universalistico rappresenta uno dei beni più preziosi per la cittadinanza. La visione di una sanità value based, in grado di mettere al centro i bisogni di assistenza sanitaria delle persone, fornisce una direzione per affrontare le sfide presenti e future.
Il valore, definito da Porter come il rapporto tra gli esiti di salute e i costi reali sostenuti sull’intero ciclo di cura, deve essere il faro che accomuna e coordina gli sforzi di tutti gli attori coinvolti nell’ecosistema sanità. Solo partendo dal miglioramento degli esiti più rilevanti per i pazienti si può rispondere anche ai bisogni di razionalizzazione della spesa sanitaria per i quali non sono più sufficienti interventi incrementali. Come si legge nello studio realizzato per Roche dagli esperti di Harvard Business Review Italia, il Value Based Healthcare rappresenta un potente modello di gestione del sistema salute che vuole fornire gli strumenti per il disegno di una nuova sanità basata sul valore. Modello che richiede una trasformazione del modo in cui oggi l’assistenza sanitaria è fornita e valorizzata, sfruttando a pieno le nuove tecnologie a disposizione. (Scaricate gratuitamente lo studio cliccando qui).
«Uno dei punti principali è che ci sono tante iniziative e sperimentazioni a livello italiano sul Value Based Healthcare. Servirebbe però una sorta di regia unica perché c’è ancora troppa frammentazione – ha spiegato Paolo Cervini, responsabile HBR Italia Analytic Services – Tra i paesi guida in Europa citiamo il Galles, l’Olanda e, in generale, i paesi nordici».
Value Based Healthcare: il percorso per innovare
Come del resto per tutti i percorsi di trasformazione, non si può prescindere da una prima fase di sperimentazioni. Queste sono propedeutiche per esplorare soluzioni innovative, acquisire nuove conoscenze sull’applicabilità nel contesto della sanità italiana e per generare i primi risultati instaurando un circolo virtuoso di adozione. Ma per generare i cambiamenti di cui il sistema ha bisogno in modo sempre più urgente sarà fondamentale stimolare progetti di implementazione su una scala più ampia e di sistema, ad esempio a livello regionale o di reti ospedaliere. In questo contesto, per tradurre i concetti teorici in azioni concrete risulta necessario un allineamento sul ruolo e il contributo di ciascun attore nell’ecosistema sanità.
«Il Value Based Healthcare – ha aggiunto Hakan Johansson, General Manager di Roche Diagnostics Italy – mette l’accento su un approccio di ecosistema per rispondere alle sfide della sanità. Risulta quindi fondamentale una forte apertura alla collaborazione trasversale da parte di tutti gli attori coinvolti, dalle aziende ospedaliere e gli enti, alle istituzioni e le università, fino alle aziende del settore life science. Adesso più che mai vi è l’opportunità di avviare partnership centrate sul valore. Noi di Roche crediamo fortemente nel nostro ruolo di partner dell’ecosistema sanità, tenendo bene in vista l’obiettivo finale di migliorare gli esiti di salute dei cittadini attraverso una sanità più sostenibile ed efficace».
Le aziende Life Science nello specifico hanno la responsabilità di contribuire e, dove necessario, guidare il percorso di trasformazione mettendo a disposizione le proprie competenze. Infatti, l’opportunità di sperimentare nuove formule di collaborazione con le aziende permetterà al sistema sanitario di evolvere sempre di più la qualità del servizio sulle diverse aree terapeutiche.