L’impennata del digitale registratasi durante la pandemia ha avuto conseguenze in qualsiasi campo. La fruizione dei contenuti sul web, decisiva durante i mesi più difficili, ha guadagnato terreno in termini di autorevolezza rispetto a prodotti fisici finora sempre visti come migliori. Uno degli esempi riguarda la digital art, fenomeno non certo nuovo (è nato nella seconda metà del Novecento), che ha vissuto mesi di visibilità senza precedenti grazie al trend degli NFT, i cosiddetti Non-Fungible Token. L’operazione finora più importante sul mercato è stata quella di Beeple, artista americano, che tramite la casa d’arte Christie’s ha venduto l’NFT di una sua opera digitale per quasi 70 milioni di dollari.
Come si legge su The Verge, un Non-fungible Token è una sorta di certificato digitale che attesta la proprietà di un determinato file. Il diritto d’autore rimane all’artista, ma il collezionista può riempire la propria galleria virtuale con opere come immagini, brani musicali o video unici dell’NBA. «C’è stato un momento di grande entusiasmo all’inizio – spiega Gadi Sassoon, composer e artista digitale – per i creativi, che ancora vivono un periodo difficile, era come se si fosse trovata una soluzione. Sul piano musicale è bella l’idea di riuscire a dare valore a un artefatto digitale. Spotify è un modello che funziona ma spesso non basta: i guadagni che garantisce sono bassi».
NFT: i rischi
Dando un’occhiata però ai grafici che fotografano le quotazioni degli NFT nell’ultimo anno, si scopre che la situazione è tutt’altro che stabile. Dopo un 2020 di calma piatta, il mercato ha iniziato a registrare le prime vendite altalenanti nei primi mesi del 2021, fino al boom di maggio, quando in pochi giorni si è passati da 31 milioni di dollari scambiati a oltre 175 milioni di dollari nell’ambito NFT. «Credo ci sia molta anarchia in questo settore – è il commento di Sassoon –. C’è stata una vera e propria corsa, non diversa da quella a cui abbiamo assistito con il fenomeno dogecoin». Con la criptomoneta meme nata per scherzo ed esaltata per mesi da Elon Musk a suon di tweet, gli NFT condividono il momento di crisi dopo l’euforia iniziale. Gli artisti emergenti potranno, prima o poi, monetizzare vendendo brani tramite NFT? In questo momento è azzardato fare previsioni.
«Il rischio che noto – aggiunge Gadi Sassoon – è quello di diventare elitari: a livello di immagine un musicista non darebbe un bel messaggio se iniziasse a escludere tutti i fan che non vogliono far parte di questo mondo». Mondo dove gli scambi avvengono anche tramite criptovalute e funzionano grazie all’affidabilità della tecnologia blockchain, che certifica e rende sicuri scambi e transazioni. «La blockchain è qui per restare e la sua natura decentralizzante darà enormi vantaggi – conclude il musicista –. Resto invece dubbioso sul futuro degli NFT, almeno finché non ci sarà un framework legale condiviso».