Nuovi business e impatto sociale: le startup italiane reagiscono al Covid

17-12-2020 | News

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Sono flessibili e pronte a reagire alle difficoltà della crisi, generando nuove soluzioni per fronteggiare gli effetti della pandemia. Sono le startup italiane nell’era del Covid secondo il quadro tratteggiato da una ricerca degli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy del Politecnico di Milano.

Sono state censite complessivamente 256 realtà del panorama startup hi-tech italiano: il 30% ha cambiato modello di business durante la pandemia per rispondere alle nuove necessità del mercato; il 44% per creare nuove fonti di ricavo; il 34% per aumentare la propria legittimità con iniziative di impatto sociale e ambientale; infine il 13% dei casi per pura sopravvivenza. Il 63% delle startup si è lanciato in iniziative come raccolta di donazioni, lancio di prodotti o servizi del tutto nuovi e soluzioni gratuite.

Ad essere coinvolti sono stati settori anche differenti tra loro: digitalizzazione di processi ai servizi alle persone, delivery, sistemi di distanziamento allo svago, sanificazione degli ambienti, e altri. Il 34% delle aziende ha evidenziato un maggior stimolo all’Open Innovation, mentre il 22% ha riscontrato maggiore interesse o avviato concrete collaborazioni con startup per superare l’emergenza.

«Dalle startup soluzioni anti pandemia»

«In un contesto di radicale e drammatico cambiamento, in cui le imprese tradizionali e le istituzioni sono apparse spesso disorientate, l’ecosistema startup ha mostrato alcune strade per fronteggiare la nuova quotidianità, mettendo in campo competenze, conoscenze, brevetti, prodotti e nuove soluzioni – ha affermato Alessandra Luksch, direttore degli Osservatori Digital Transformation Academy e Startup Intelligence del Politecnico di Milano -. In alcuni casi le startup hanno sviluppato soluzioni per contrastare gli effetti della pandemia, pensando prima all’interesse della comunità piuttosto che al ritorno economico. In un caso su tre hanno scelto di modificare il proprio modello di business. Le imprese devono saper cogliere e valorizzare questa grande capacità di reazione al cambiamento».

Non sono mancate le difficoltà per il tessuto delle startup italiane: sempre dalla ricerca del Politecnico di Milano è emerso che il 38% ha dovuto ridurre le attività. Ma il 46% ha ottenuto nuovi clienti e ha ampliato il proprio network, il 44% ha accelerato lo sviluppo dei prodotti/servizi e ottenuto visibilità sul mercato. Il 28% ha ampliato il proprio organico per fronteggiare l’incremento di attività emerso durante l’emergenza, o si è dotato di nuove competenze. La parola d’ordine di questi mesi è stata “digitale. Quest’anno sono stati rivisti i budget per l’ICT: il 23% l’ha rivisto in aumento, mentre il 24% in diminuzione. Per il prossimo anno invece si prevede una sostanziale tenuta, +0,89% con focus su Information Security, Big Data e Analytics, eCommerce e Smart Working.

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