Sono aperte le candidature al Global StartUp Program, la seconda edizione del bando che l’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane e il Ministero degli Affari Esteri e delle Cooperazione Internazionale organizzano per trovare le migliori startup e Pmi innovative con servizi, prodotti e tecnologie scalabili anche sui mercati internazionali.
Entro il prossimo 10 giugno è possibile inoltrare la domanda sul sito ufficiale, dove è scaricabile anche il bando nel quale si spiega che le 150 realtà selezionate potranno accedere a «un percorso di accelerazione all’estero attraverso il coinvolgimento di acceleratori internazionali, selezionati dall’Agenzia ICE, che ospiteranno le startup selezionate per un periodo della durata di circa 8 settimane».
Da robotica a life sciences, tutti i settori ammessi
Tra i requisiti per candidarsi alla seconda edizione del Global StartUp Program c’è il settore tecnologico in cui si opera. Quelli previsti dalla call sono ICT, Robotica e Industria 4.0, Aerospazio, Automotive, Life Sciences, Smart agriculture e foodtech, Circular Economy, Smart cities e Domotica. Con i partner selezionati da ICE si potrà accedere a un percorso di accelerazione all’estero in uno dei dieci paesi focus del Global Start Up Program: Argentina, Cina, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Giappone, India, Israele, Regno Unito, Stati Uniti d’America.
Il Global Startup Program richiede inoltre un sito in inglese, un periodo di attività non superiore ai cinque anni e un fatturato di almeno 100 mila euro accertato dall’ultimo bilancio approvato. In fase di candidatura le startup e le Pmi potranno inserire fino a un massimo di tre preferenze geografiche, ovvero i paesi esteri dove vorrebbero potenziare il proprio business. Una volta terminata la fase di selezione, ICE si farà carico dei costi di viaggio, del soggiorno all’estero e del percorso di accelerazione.
Per chi vince vietato trasferire la sede all’estero
Tra i fattori decisivi per essere selezionati, il bando ne elenca alcuni: si parte dalla valutazione del progetto di internazionalizzazione dell’impresa e dalla presenza di un Founder durante l’intero percorso di accelerazione all’estero; infine il bando richiede anche l’impegno della startup «a non trasferire all’estero la società o i diritti sulla sua proprietà intellettuale nei 24 mesi successivi al completamento della fase di accelerazione all’estero».
A valutare tutte le candidature ci sarà una commissione composta da un rappresentante della Farnesina, uno del Mise, uno del Ministero dell’Innovazione tecnologica e digitale, uno del Fondo Nazionale per l’Innovazione e due rappresentanti dell’ICE.
Alessandro Di Stefano