Mister Candy Crush saluta la sua creatura. E ci regala tre regole d’oro per fare business

21-09-2020 | News

candy crush

«A parte YouTube o Facebook non esiste una rete mondiale che abbia un numero più grande di utenti», con queste parole Bobby Kotick, CEO di Activision, festeggiava l’acquisizione di Candy Crush, uno dei videogiochi più famosi al mondo venduto con una exit da 5,9 miliardi di dollari. Era il 2015 e l’uomo dietro all’operazione era stato il romano Riccardo Zacconi, che pochi giorni fa ha dato l’annuncio dell’addio a The King, la società che aveva fondato nel 2003.

Riccardo Zacconi (foto da Facebook)
Riccardo Zacconi (foto da Facebook)

Nel farlo ha anche affidato a un post su Facebook una lunga riflessione sul suo percorso e su tre regole imprescindibili per crescere nel business, soprattutto nei momenti difficili. «La parte più stabile di un’azienda, quella che deve diventare più forte nel tempo, è la sua cultura – ha scritto –. Ci vuole una vita per costruirla (ma può essere rovinata molto velocemente se non stai attento)».

Selezionato dal quotidiano britannico The Guardian tra le cento personalità del mondo tech più potenti e influenti, Zacconi è stato definito senza mezzi termini come l’uomo copertina dell’industria gaming in tutta Europa. Dopo una vita passata nel mondo dell’impresa con importanti traguardi alle spalle – prima di fondare The King, aveva venduto un’altra società per 764 milioni di dollari – l’imprenditore ha ora  deciso di lanciare la 42 Roma Luiss, la nuova scuola di coding definita sul sito ufficiale come “una piscina digitale dove imparare a nuotare scrivendo i codici del futuro”. Un modo concreto per restituire le competenze accumulate lungo tutta una carriera.

Prima regola: scegli bene il team

Ma quali sono le tre regole dell’uomo che ha creato Candy Crush? La prima riguarda i collaboratori e le persone di cui ciascun Founder deve circondarsi. «Assumi persone migliori di te – si legge nel post -: non aver paura di assumere persone migliori di te. Non perderai il lavoro se lo fai, lo terrai perché l’azienda crescerà proprio per questo. Ma potrai tenere con te le persone e scatenare il loro potenziale solo se gli darai fiducia, responsabilità e l’autonomia di decidere e fare ciò che è giusto, di sbagliare, e se non supervisionerai il loro lavoro in modo eccessivo».

Seconda regola: tratta gli altri come vuoi essere trattato

In un periodo difficile per l’economia, con la recessione e i rischi concreti per il mercato occupazionale, un’altra regola di Zacconi tocca il rapporto con colleghi e professionisti. «Tratta gli altri come vuoi essere trattato – ha scritto nel suo post su Facebook -: questa regola riassume la maggior parte delle regole in qualsiasi manuale (me too, razzismo, bullismo ecc). Questo non significa che non si possa licenziare nessuno: ho dovuto licenziare le persone quando i tempi non erano buoni, quando dovevamo uscire da business e Paesi che non si adattavano più alla strategia, né quando le persone non si davano i risultati attesi dal loro ruolo. Ma quando ho avuto queste difficili discussioni ho sempre provato a pensare a come avrei voluto essere trattato se fossi l’altra persona». Per questo Zacconi parla di trasparenza. «Trattare le persone da adulti, non penalizzare ma sostenere le persone quando sbagliano perché provano a superare i confini… tutti questi consigli seguono dalla regola di base di trattare gli altri come volevi essere trattati. Ogni giorno».

Terza regola: sorprendi i tuoi clienti

E infine, nella terza regola, Zacconi avverte gli imprenditori e i professionisti: «Non fermare mai l’inarrestabile ricerca per fornire la migliore esperienza di prodotto ai tuoi clienti: sono quelli che decidono ogni giorno se utilizzare i tuoi prodotti e pagare per averli. Se hai successo verrai copiato dalla concorrenza (e a volte i tuoi concorrenti sono molto più grandi di te): ciò che è buono oggi potrebbe non essere abbastanza buono domani. In Candy Crush lo abbiamo fatto puntando a sorprendere i nostri giocatori ogni giorno con nuovi livelli, nuove missioni, rivedendo continuamente l’esperienza utente e ogni livello del gioco e testando in giochi più piccoli nuove funzionalità innovative che, se di successo, avremmo appòlicato a Candy Crush. Prima di avere successo con Candy Crush – ha concluso Zacconi – abbiamo dovuto prendere decisioni molto difficili e reinventarci, ma tutto quello che abbiamo fatto ha sempre avuto l’obiettivo di sorprendere i nostri giocatori con l’esperienza più divertente».

Alessandro Di Stefano

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