Più potere alle donne! Melinda Gates e le tre strategie contro il gender gap

10-11-2020 | In evidenza in HP, News

Questo articolo è la sintesi di quanto pubblicato in Macrotrends 2021 di Harvard Business Review Italia.

di Melinda Gates

Finora i progressi della condizione femminile nel lavoro sono stati lenti, ma da qualche tempo qualcosa di importante ha cominciato a muoversi in tutto il mondo. E per il futuro l’obiettivo di fondo dovrà essere di “espandere il potere e l’influenza delle donne nella società”.

Le cose cambiano ma non abbastanza né abbastanza rapidamente. Oltre 10 anni fa l’Economist scriveva con soddisfazione che in America le donne stavano ormai superando la soglia simbolica del 50% della forza lavoro, avviandosi a divenire maggioranza. Una dichiarazione di vittoria che, a conti fatti, mi è sempre sembrata prematura. Anche se nel 2010 le donne americane hanno superato effettivamente quella soglia del 50%, e rappresentano attualmente il 49,8% della forza lavoro non agricola, le stesse vecchie diseguaglianze continuano a sussistere. Continuano a guadagnare meno degli uomini, ad avere meno prospettive di carriera e a contare di meno nel processo decisionale.

In quasi tutti gli aspetti della vita – in America e altrove – sono quasi sempre gli uomini a fissare le politiche, ad allocare le risorse, a dirigere le aziende, a definire i mercati e a stabilire quali narrazioni enfatizzare. Nel frattempo, i miglioramenti ottenuti dai lavoratori non si sono quasi mai estesi a tutte le donne. Le donne tradizionalmente più emarginate – le donne di colore, le donne povere, le lesbiche e le transgender – sono ancora intrappolate in lavori pagati al minimo sindacale, escluse dai ruoli manageriali e particolarmente esposte a molestie e violenze legate al genere.

Il Gender Gap Index del World Economic Forum misura la parità di genere in base alla rappresentanza delle donne nella forza lavoro e nella pubblica amministrazione, nonché alla salute e al livello di istruzione. Stando alle previsioni del WEF, al ritmo attuale di cambiamento, gli Stati Uniti dovranno aspettare ancora 208 anni per raggiungere la piena parità di genere (contro i 51 del Canada e i 74 del Regno Unito). Nonostante la lentezza dei progressi compiuti – o forse proprio per questo – qualcosa di importante ha cominciato a muoversi in tutto il mondo. Le donne mettono in comune le proprie storie, protestano, scioperano, si candidano a ruoli elettivi e vincono sempre più frequentemente le elezioni. I media ne amplificano le voci e fanno domande imbarazzanti alle istituzioni che continuano a tenerle fuori. Oggi i leader delle aziende devono dimostrare che le loro imprese tengono alla parità di genere e sono decise a far parte della soluzione. Dai leader globali ci si aspettano risposte sul futuro lavorativo di donne e ragazze.

La nuova attenzione e la nuova sensibilità sociale che circondano la parità di genere rendono possibili progressi straordinari e giustificano la fissazione di obiettivi audaci e ambiziosi. Inganniamo le donne se autolimitiamo le nostre aspirazioni. Mirare alla parità nella forza lavoro non basta. Non basta nemmeno tentare di affrontare in modo frammentario problemi complessi come le molestie e le disparità retributive – senza rendersi conto che fanno parte di un tutto più vasto. Per sfruttare appieno questa opportunità, dobbiamo definire accuratamente i nostri obiettivi.

Io credo che il nostro obiettivo di fondo dovrebbe essere espandere il potere e l’influenza delle donne nella società. Intendo il potere e l’influenza come la capacità di prendere decisioni, controllare risorse e promuovere prospettive. È qualcosa che le donne dovrebbero esercitare nelle loro case, nei loro ambienti di lavoro e nelle loro comunità. Sono la prima a riconoscere che “potere e influenza” non sono parole tradizionalmente associate alle donne – e non sono parole che tutte le donne associano a se stesse. E non ho problemi ad ammettere che, stante la ricchezza della mia famiglia (Melinda è moglie di Bill Gates di Microsoft, NdR), posso accedere a certe forme di potere e di influenza di cui dispongono pochissime persone. Eppure, uso queste parole, ancorché imperfette e imprecise, perché sono il mezzo migliore che conosco per descrivere ciò che hanno sempre avuto gli uomini a differenza delle donne.

Per espandere il potere e l’influenza delle donne serviranno molte cose – in primis, un capitale strategico e la collaborazione degli stakeholder. Se vogliamo vedere dei risultati, più filantropi, più venture capitalist, più aziende e più policy maker devono essere disposti a investire in interventi focalizzati sul genere. Devono essere disposti anche a lavorare assieme, sia tra di loro sia con altri soggetti che si sono già mobilitati – in America, per esempio, con le organizzazioni che lavorano da anni su questi temi e con gli oltre 4 milioni di donne che a partire dal 2017 hanno partecipato alle manifestazioni contro la disparità di genere in 600 grandi città.

Le nostre ricerche dimostrano che nuovi investimenti e nuove energie andrebbero incanalati su tre strategie di interventi ad alto impatto:

  • smantellamento delle barriere che più ostacolano il progresso lavorativo delle donne;
  • rafforzamento della presenza femminile nei settori che più incidono sulla nostra società;
  • intensificazione della pressione esterna sulle istituzioni che possono cambiare lo status quo.

Con questa strategia tripartita, possiamo accelerare il progresso e ottenere risultati misurabili entro il 2030. Come si configura il successo? Noi immaginiamo un futuro in cui le donne creeranno una maggior quota di contenuti nei nostri mezzi di informazione, nell’intrattenimento e nel dibattito pubblico; saranno più numerose in settori redditizi e in rapida crescita, dove otterranno meritate promozioni; ricopriranno ruoli dirigenziali più senior nel settore pubblico, nel settore privato e nel sociale; e condivideranno più equamente con gli uomini la cura di bambini, disabili e anziani.

In buona sostanza, un futuro in cui sempre più persone saranno disposte a conferire alle donne più potere e più influenza sulla nostra società.

Melinda Gates è co-presidente della più grande organizzazione filantropica del mondo, la Bill & Melinda Gates Foundation, che si focalizza sulla salute globale, sulla educazione pubblica e sui diritti delle donne su scala internazionale.

La Fondazione Gates

Con oltre 50 miliardi di attività nei cinque continenti, la Bill & Melinda Gates Foundation è considerata la più grande fondazione privata del mondo. Lanciata nel 2000 dai coniugi Gates, la Fondazione ha come obiettivi primari a livello globale di migliorare l’assistenza sanitaria e ridurre la povertà estrema e, negli Stati Uniti, espandere le opportunità educative e l’accesso alle tecnologie dell’informazione.

La Fondazione sostiene il diritto alla pianificazione familiare e promuove la diffusione dell’uguaglianza di genere, in cui è direttamente e intensamente impegnata Melinda. Altri obiettivi riguardano la ricerca medica, la lotta all’AIDS e alla malaria e il miglioramento delle condizioni di vita nel terzo mondo.

La Fondazione inoltre finanzia la Sustainable Development Solutions Network (SDSN), fondata nel 2012 dall’ex segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e diretta dall’economista Jeffrey Sachs.

Foto di World Economic Forum – Cropped from File: Bill & Melinda Gates, David Cameron – World Economic Forum Annual Meeting 2011.jpg, original source Flickr: Bill & Melinda Gates, David Cameron – World Economic Forum Annual Meeting 2011, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons

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