I “cambiamenti tellurici” nell’Unione europea

26-10-2022 | News

La Commissione europea pone al centro delle previsioni strategiche 2022 gli obiettivi di sostenibilità e innovazione e invita gli Stati membri a creare i “ministri del futuro”.

Redazione Harvard Business Review Italia

Un attento esame delle tendenze future in ogni campo. È questo il programma che la Commissione europea si prepara a intensificare per i prossimi anni, dato che “Il mondo sta vivendo cambiamenti geopolitici tellurici, che rafforzano i megatrend che già incidono sull’Ue”. È quanto si legge nella relazione di previsione strategica adottata dalla Commissione europea per il 2022, dove si dichiara con chiarezza che, nel nuovo contesto geopolitico, occorre compiere un esercizio di esplorazione del futuro promuovendo una cultura strategica che consenta di migliorare il processo di elaborazione delle politiche dell’Ue. E dove si ribadisce la proposta di istituire dei ministri del futuro in ciascun Stato membro che collaborino in rete tra loro.

Rispetto alle previsioni strategiche, si potranno poi operare delle verifiche di adeguatezza e coerenza delle proposte legislative, così da garantire che ogni proposta sia “adatta al futuro, tenendo conto, ad esempio, dei megatrend emergenti nelle dimensioni verde, digitale, geopolitiche e socioeconomiche”.

La prima edizione delle previsioni strategiche era stata varata nel settembre 2020 e veniva identificata la resilienza come bussola per le politiche dell’Ue. Il Jrc (Centro Comune di Ricerca della Commissione) aveva definito dei cruscotti (dashboard) di resilienza illustrando vulnerabilità e capacità di ciascun Stato membro di pianificare le politiche. Vulnerabilità e capacità sono misurate da una serie d’indicatori collegati a 14 megatrend selezionati come significativi e determinanti per il futuro dell’Europa. Gli stessi indicatori di monitoraggio degli Sdg sono riconosciuti tra gli elementi di valutazione del cruscotto di resilienza. Quest’ultima è poi declinata in quattro dimensioni:

  1. sociale ed economica,
  2. verde,
  3. digitale,
  4. geopolitica.

Ciascuna dimensione ha una propria definizione orientata al conseguimento di un obiettivo con un proprio set di indicatori.

Obiettivi concreti a lungo termine

La previsione strategica 2022, elaborata sulla base dello studio del Jrc verso un futuro verde e digitale, fonde due degli elementi della resilienza definiti nel cruscotto 2020: la resilienza verde e la resilienza digitale, con l’obiettivo di esplorare come le due transizioni possano rinforzarsi a vicenda. Le transizioni sono inquadrate, in termini di concretezza, nel contesto geopolitico (quarta dimensione della resilienza), come rideterminato dall’invasione russa in Ucraina che spinge fortemente la necessità di accelerare e rafforzare l’autonomia strategica aperta dell’Europa. Non secondaria è la dimensione della resilienza sociale ed economica, al centro dell’analisi e delle proposte. La previsione strategica 2022 si propone di conseguire risultati concreti in 5 aree:

  • Sociali: assicurare una transizione giusta affinché la società nel suo insieme colga i benefici delle transizioni, accrescere l’impegno sociale al bisogno di cambiamento attraverso la sensibilizzazione e il dibattito, assicurare la privacy e l’uso etico della tecnologia;
  • Tecnologici: implementare infrastrutture innovative, costruire un ecosistema tecnologico affidabile e coerente favorendo l’interoperabilità, assicurare la disponibilità e la sicurezza dei dati;
  • Ambientali: evitare effetti di rimbalzo attraverso sensibilizzazione e meccanismi che evitino effetti collaterali non desiderati dall’implementazione di soluzioni verdi/digitali, ridurre l’impronta ambientale delle soluzioni verdi/digitali;
  • Economici: creare regole di mercato che internalizzino i costi ambientali dei prodotti e favoriscano gli investimenti a lungo temine, assicurare la diversità degli attori di mercato evitando il dominio di pochi attori favorendo un ambiente economico sano competitivo e innovativo, inclusivo di Pmi e start-up, sviluppare le competenze necessarie assicurando la disponibilità di un adeguato numero di esperti per guidare l’innovazione;
  • Politici: implementare standard adeguati che garantiscano l’interoperabilità e che evitino che le tecnologie divengano obsolescenti prima del loro fine vita, assicurare coerenza delle politiche facilitando cooperazione e innovazione evitando inutili complessità, canalizzare investimenti verso le transizioni.

Vengono riconfermati gli obiettivi delle transizioni: la transizione verde per rispondere all’emergenza della crisi climatica e alla perdita di biodiversità richiamando gli atti delle nazioni unite che invocano azioni immediate per evitare la catastrofe, la transizione digitale per le potenzialità di accrescere la prosperità e contribuire a risolvere le sfide sociali del nostro tempo – affrontando i rischi derivanti dalla dipendenza dell’Ue da tecnologie e fornitori di servizi non europei e dalla dipendenza da poche grandi aziende tecnologiche.

Il Jrc evidenzia come un approccio integrato alle sfide per raggiungere il successo delle transizioni gemellari è essenziale per evitare le trappole di portare avanti due agende separatamente. Le transizioni verde e digitale corrono in parallelo, ma collegarle ci permetterebbe di trarre vantaggio dalle sinergie e gestire i rischi.

Vulnerabilità eccessiva

Un punto fondamentale messo in evidenza dalla Commissione è l’alta vulnerabilità dell’Ue e lo sforzo necessario per assicurare la disponibilità di materie prime critiche necessarie alle transizioni: attualmente, la dipendenza dell’Ue da paesi terzi, tra cui la Cina, per una serie di materie prime critiche è persino maggiore di quella dalla Russia per i combustibili fossili. La produzione dell’Ue rappresenta solo il 4% della catena di approvvigionamento globale di materie prime critiche utilizzate nella produzione di apparecchiature digitali, come il palladio, il tantalio o il neodimio.

I progressi nello sviluppo dei giacimenti nazionali, compresi quelli di importanza strategica per l’economia, sono stati finora insufficienti, in particolare perché i progetti continuano a incontrare ostacoli significativi. La Commissione mette in evidenza l’aumento previsto dei fabbisogni per raggiungere gli obiettivi per l’energia pulita: aumento del 3500% del litio necessario per produrre le batterie, il 330% dell’uso del cobalto e un 30-35% di aumento di fabbisogno di alluminio e rame. E si sottolinea che la soluzione per ridurre le dipendenze strategiche e le criticità del fabbisogno di materie prime critiche passa attraverso investimenti sufficienti, una maggiore circolarità e precisione nella produzione.

Innovazione tecnologica

La stessa geopolitica dell’innovazione tecnologica diviene, così, più importante in questo contesto. La competizione tecnologica può rendere più frammentari gli ecosistemi dell’innovazione e i rischi di cybersecurity, mentre crescono le preoccupazioni per i legami tra attività informatiche criminali e disinformazione, che minacciano la democrazia, aggravano le divisioni e ostacolano l’accesso a informazioni accurate.

Nell’incertezza del quadro globale, risulta evidente che le transizioni comportano profondi cambiamenti nel nostro modo di vivere e negli stili di vita. Ciò richiede dunque il coinvolgimento e il sostegno delle persone, e può avvenire a condizione che il sistema economico sia adeguato affinché i costi non rappresentino un problema per le transizioni e che siano messe a disposizione le risorse finanziarie necessarie. 

L’innovazione tecnologica è un’opportunità economica, ma deve essere assicurata la preparazione della forza lavoro necessaria. Il Jrc stima che la transizione verde porterà a un incremento di 884.000 nuovi posti di lavoro al 2030. Bilanciando gli effetti con la transizione digitale che creerà nuovo impiego nelle tecnologie avanzate ma perdita di lavoro nei settori parzialmente o totalmente automatizzati, la valutazione di sintesi della previsione strategica è che nel complesso, gli effetti sul mercato del lavoro delle due transizioni sono potenzialmente complementari, con effetti di amplificazione e annullamento che meritano ulteriori ricerche.

Il rapporto del Jrc identifica cinque settori economici in cui la transizione gemella può essere attuata ottimizzando i risultati: agricoltura, edifici e costruzioni, energia, industrie ad alta intensità energetica, trasporti e mobilità. Per ciascun settore sono indicate in tre fasce temporali le prevedibili tappe nel progresso tecnologico: da oggi al 2030, nel decennio 2030-2040, nel decennio 2040-2050. La ricerca futura dovrà assicurare che diverse prospettive variabili siano considerate. É necessario ampliare e costruire una solida base di conoscenza per meglio ancora collegare le transizioni digitali e verde con la dimensione sociale e per garantire che “nessuno venga lasciato indietro”.

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