Siamo alle soglie di una nuova rivoluzione industriale, generata dal Deep Tech: potenzialmente in grado di avere un impatto sul business e sulla società pari o superiore a quello creato dall’avvento di Internet
di Carlo Bagnoli, Massimo Portincaso e Giorgia Berton
L’ultimo biennio è stato caratterizzato dall’affermazione definitiva del Deep Tech. Questo nuovo approccio all’innovazione è alla base dello sviluppo a tempo di record del vaccino Moderna, della rinascita del nucleare come fonte energetica per contrastare il venir meno delle fonti fossili russe (come, ad esempio, il Commonwealth Fusion Systems), ma anche del boom delle attività di esplorazione (aereo)spaziale (es. SpaceX) e della scelta di Elon Musk come “persona dell’anno” da parte della rivista statunitense Time.
Il Deep Tech è la quarta onda d’innovazione e, probabilmente, la più dirompente dopo quelle sprigionate dalla prima e seconda rivoluzione industriale (quali la sintesi industriale dell’ammoniaca da parte di Haber-Bosh e il cracking catalitico per la raffinazione del petrolio greggio da parte di Houndry), dai grandi laboratori di ricerca aziendali (tra gli altri, Xerox Parc e Bell Labs) e, quindi, dalle start-up digitali e bio-tecnologiche (per esempio, Apple e Genentech). Nonostante l’enorme successo di alcune imprese digitali e bio-tecnologiche, la loro capacità d’innovazione ha iniziato a mostrare dei limiti che sono stati riconosciuti anche dal co-fondatore di PayPal, Peter Thiel, che nel 2011 ha affermato, con un chiaro riferimento a Twitter: «Volevamo le macchine volanti, invece abbiamo ricevuto 140 caratteri».
L’impatto di Deep Tech
La quarta onda d’innovazione è potenzialmente in grado di avere un impatto sul business e sulla società pari o superiore a quello creato dall’avvento di Internet. Gli elementi che caratterizzano l’approccio Deep Tech sono fondamentalmente quattro:
- L’orientamento ai problemi partendo non da soluzioni tecnologiche nuove, ma da problemi di mercato “vecchi”.
- La convergenza tra gli ambiti disciplinari: la scienza avanzata, il design e l’ingegneria.
- La convergenza tra i cluster tecnologici: computazione e cognizione (IA e scienze comportamentali e neuronali), sensoristica e movimentazione (IoT e robotica), materia ed energia (nanotecnologie e biologia sintetica).
- Il ciclo Design-Build-Test-Learn (DBTL), che costituisce il ponte tra il problema affrontato e la scienza e le tecnologie messe in atto per la sua soluzione.
L’importanza della quarta onda d’innovazione risiede nella capacità di ampliare in modo esponenziale lo spazio delle opzioni perseguibili per affrontare problemi fondamentali, in primis, quelli legati alla sostenibilità, e, questo, a una velocità di sviluppo e commercializzazione che è di ordini di grandezza più grande rispetto a quella a cui siamo abituati. Promette di essere la più trasformativa delle onde d’innovazione finora conosciute: the Big One.
Un campo di applicazione del Deep Tech molto promettente per le imprese italiane è rappresentato dal Future Farming: un innovativo paradigma produttivo in grado di generare prodotti destinati a precise applicazioni industriali, utilizzando la natura come una piattaforma manifatturiera e, quindi, promuovendo un approccio “generativo” coerente con il raggiungimento degli Sustainable Development Goal delle Nazioni Unite (SDG).
Per la prima volta nella storia dell’umanità, infatti, siamo nella posizione di poter utilizzare la natura come una piattaforma per progettare, ingegnerizzare e produrre a livello atomico. È perciò possibile passare da un modello economico puramente “estrattivo”, figlio della 1ª e 2ª rivoluzione industriale, a un modello definibile “generativo” in quanto i prodotti vengono generati atomo per atomo. Si sta nuovamente passando dall’essere una società di “cacciatori-raccoglitori”, a una di “allevatori-agricoltori”, questa volta, però, di materie prime.
Il Future Farming è un esempio paradigmatico della quarta onda d’innovazione. Esso, infatti, adotta l’approccio all’innovazione Deep Tech essendo problem-oriented, basato sulla convergenza tra diversi ambiti disciplinari e cluster tecnologici, e sul ciclo DBTL. Più precisamente, si tratta di un nuovo dominio al confine tra le discipline (scienze della vita, chimica, ingegneria, informatica e design) che intercetta due trend emergenti: Nature Co-Design e Controlled Environment Agriculture.
Le intuizioni operative e scientifiche generate dall’agricoltura in ambiente controllato consentono di superare le attuali carenze tecnologiche e strutturali del Nature Co-Design; parallelamente, le ultime innovazioni generate dal Nature Co-Design possono essere applicate nel campo dell’agricoltura in ambiente controllato (per esempio, agricoltura molecolare, biologia sintetica e CRISPR). Il Future Farming si concentra sull’impatto intersettoriale delle forme di vita, da quelle microscopiche a quelle macroscopiche (virus, batteri, alghe, funghi, piante, insetti). Le forme di vita vengono allevate in modo sostenibile all’interno di ambienti controllati per raggiungere scopi specifici: diventare cibo, biomolecole, biofarmaci, biomateriali, ecc. Gli impatti del Future Farming, infatti, sono trasversali e spaziano dall’industria del food a quella del benessere, dall’industria biofarmaceutica ai biomateriali, fino alla sostenibilità ambientale.
Il total affordable market del Future Farming supera i 700 miliardi di euro a livello nazionale. Data la vocazione manifatturiera del sistema produttivo italiano, il Future Farming rappresenta un’opportunità imperdibile per le imprese italiane al fine di assumere la leadership a livello globale nel campo dell’innovazione per la sostenibilità.
Il Deep Tech, oltre ad aver dato il “la” a una nuova forma di civilizzazione (industriale) grazie alla potenza dirompente del Future Farming, ha aperto la strada ad altri percorsi rivoluzionari che offrono interessanti opportunità: Future Computing e la possibilità di risolvere problemi estremamente complessi che non possono essere affrontati dai computer convenzionali; Atomic Renaissance e l’opportunità di affiancare il nucleare alle fonti energetiche rinnovabili per accelerare la transizione energetica e per contribuire a soddisfare il fabbisogno energetico, specialmente nel difficile contesto attuale che la stessa International Energy Agency (IEA) ha definito di “prima vera crisi energetica globale”; Space Economy e la possibilità di aprirsi ad una nuova frontiera di sviluppo economico e sociale che trascende l’atmosfera terrestre; Decarbonizzazione e Carbon Removal e l’opportunità di realizzare la conversione a un sistema economico che, riducendo in modo sostenibile l’anidride carbonica (CO₂), assicuri la carbon neutrality in futuro.
L’approccio all’innovazione Deep Tech offre delle opportunità straordinarie, specialmente nei campi di applicazione analizzati. Tali opportunità sono ancora più straordinarie per le imprese italiane, dato che il tessuto economico e industriale che formano ben si addice per cavalcare questa quarta onda d’innovazione. L’approccio Deep Tech inciderà sul modo di produrre in ogni settore industriale e se le imprese italiane saranno in grado di sviluppare efficaci modelli di business per sfruttarne le potenzialità, potranno riagganciarsi in corsa al treno dell’innovazione.
Carlo Bagnoli è Professore Ordinario d’innovazione strategica presso il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia.
Massimo Portincaso è il fondatore e Managing Director di Deepwave Ventures ed Executive Chairman di Officinae Bio, ed é Chairman di Hallo Tomorrow.
Giorgia Berton è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia. La versione integrale di questo articolo è stata pubblicata in Macrotrends 2022-2023 di Harvard Business Review Italia.