L’imperativo di regolamentare il panorama tecnologico del futuro (di Mark Esposito)

24-11-2021 | Studio

Le aziende incentrate su pratiche e modelli di business essenzialmente digitali sono ormai non solo tra quelle a più alta capitalizzazione di mercato a livello globale, ma anche i player economici più importanti dal punto di vista strutturale. Il loro potere di mercato, ma anche quello politico, richiedono quindi di essere attentamente regolati per evitare i rischi di gravi distorsioni.

di Mark Esposito 

L’efficacia e la scalabilità delle tecnologie emergenti stanno spostando gli equilibri di mercato, creando una gamma di rischi che si possono gestire solo attraverso una maggiore regolamentazione. Gli approcci impiegati attualmente per il governo della tecnologia sono però insufficienti e sostanzialmente limitati alle sfide che abbiamo di fronte, perché troppo frammentati e non in grado di rifocalizzare il processo in direzione di obiettivi azionabili. In questo articolo propongo un approccio normativo basato su tre strumenti che si potrebbero sfruttare per supportare una regolamentazione finalizzata della tecnologia, nella prospettiva del nuovo secolo: primo, una serie di leve politiche olistiche che comunicano chiaramente obiettivi e identificano trade-off a livello nazionale e internazionale; secondo, nuovi sforzi per promuovere la collaborazione tra giurisdizioni, specie attraverso la fissazione di standard e la raccolta di una casistica di incidenti critici tra giurisdizioni; e, terzo, il passaggio a una governance agile, acquisita tramite approcci sistemici, di progettazione e/o ibridi. 

Perché ci occorrono nuove forme di regolamentazione della tecnologia? 

La straordinaria performance dell’alta tecnologia sui mercati azionari di tutto il mondo durante la pandemia da Covid-19 dimostra che le aziende incentrate su pratiche e modelli di business essenzialmente digitali sono ormai non solo tra quelle a più alta capitalizzazione di mercato a livello globale, nonostante la persistenza da oltre un decennio di indicatori macroeconomici permanentemente orientati alla bassa crescita. Sono tra i player economici più importanti dal punto di vista strutturale, ma anche tra i più controversi, perché condizionano i mercati, in assenza di forme di distribuzione del valore implicite o condivise. 

Questa importanza strutturale non è limitata al potere economico, e probabilmente il potere economico è solo collaterale ad altre forme di acquisizione del potere. In effetti, la capacità delle imprese innovative di sfruttare l’efficacia e la scalabilità della distribuzione digitale, le analitiche avanzate e metodi di produzione snelli e avanzati in un mondo caratterizzato dalla sempre maggiore diffusione dei dispositivi mobili ha generato influenza politica e sociale oltre all’ascesa dei prezzi delle azioni e, per alcune, dei ricavi, dei profitti e del free cash flow che consentono un’ulteriore crescita tramite acquisizioni. Se dovessimo interpretare in modo più esplicito questo predominio strutturale, potremmo affermare che ha una tale rilevanza geopolitica da aprire la strada a un nuovo ordine mondiale. Nel 2020, quando Bloomberg ha riferito che la capitalizzazione di mercato di Tesla aveva superato quella di Exxon Mobile, era solo il primo di una serie di annunci analoghi, che avrebbero rivelato un mutamento più sistemico nella composizione del mercato e nel flusso dei capitali. 

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