«Sono tantissimi i lavori su carta, ma non è facile capire ora quanti cantieri apriranno davvero». Valeria Erba, presidente dell’Associazione nazionale per l’isolamento termico e acustico (Anit), presenta così il quadro del superbonus 110%, uno degli interventi normativi che ha attirato di più l’attenzione dei privati nell’ultimo anno. Se da tempo l’ecobonus e tutti gli incentivi per l’efficientamento energetico hanno spinto a investire su edifici più green, che garantissero prestazioni migliori nel corso del tempo, il superbonus ha finito col monopolizzare l’attenzione nell’ambito dell’edilizia. «Da legge di bilancio è prorogato fino al 2022, ma bisogna comunque attendere il via dall’Unione Europea – ha aggiunto Erba – l’opportunità è concreta per chi può permettersela, ma c’è davvero troppa burocrazia. Forse sarebbe stato meglio mantenere l’ecobonus, innalzandolo fino all’80%».
Superbonus 110%: Veneto in testa
Quando l’Italia faceva ancora i conti con il primo lockdown della primavera 2020, l’opinione pubblica ha subito iniziato ad informarsi su questo nuovo superbonus, assorbendo l’idea che i lavori per sistemare casa, alla fine, sarebbero stati gratis. La vicenda, in realtà, è molto più complessa. Ad oggi, stando ai numeri di True Numbers (ripresi da Enea), è il Veneto la prima Regione per numero di pratiche completate (853), seguita da Lombardia (833) ed Emilia-Romagna (596). In tutta Italia sono quasi 7mila le documentazioni registrate a metà marzo. «Tra le criticità del superbonus 110% c’è la richiesta di verifica di conformità per accedere all’incentivo. A Milano – spiega la presidente dell’Anit – moltissimi condomini sono bloccati perché ci vogliono mesi solo per recuperare gli atti di fabbrica. E senza quel passaggio non si può partire coi lavori». Situazione non dissimile nei comuni più piccoli, dove la carenza di personale e l’emergenza sanitaria non rendono spedite queste operazioni preliminari.
Come ha reagito la filiera? Su i prezzi
«Chi riuscirà ad accedere al superbonus 110% avrà grandi benefici in futuro», garantisce Valeria Erba. In termini di efficientamento il salto di due classi energetiche significa condomini e case più green, con bollette meno salate e minori interventi in futuro legati alla manutenzione. Tutto questo è senz’altro espressione di una maggiore sensibilità verso la transizione ecologica maturata in Italia (e vale anche nel campo dell’economia circolare). I tempi però stringono per studi di ingegneri e di architetti, in capo ai quali resta poi il tema della responsabilità legata alle asseverazioni. «Ai tecnici è richiesta un’assicurazione per operare e la burocrazia non facilita le cose: sono 32 i documenti da compilare per accedere al superbonus e le banche ne richiedono altri per la cessione del credito. Non sono passaggi banali». Con tante richieste che partono è infine l’intera filiera ad essere investita, con materiali sempre più difficili da ordinare e organizzare nel tempo. «Uno degli effetti di questo boom di richieste è stato un aumento dei prezzi in maniera sostanziale su tutte le filiere dell’edilizia».
Alessandro Di Stefano