Far crescere l’ecosistema del biotech in Italia, mettendo in contatto fra loro industrie, startup, PMI innovative e istituzioni. È questo l’obiettivo principale di “Biotech, il futuro migliore – Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia”, un’iniziativa lanciata da Assobiotec-Federchimica che accompagna il settore con una serie di incontri fino alla stesura di un Manifesto condiviso e di un position paper da presentare, a novembre, al tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico.
«Il nostro Paese – sono le parole del presidente i Assobiotec-Federchimica Riccardo Palmisano – ha tante eccellenze lungo tutta la filiera che va dal laboratorio all’utilizzatore finale, paziente o consumatore che sia. Si tratta di individuare gli ostacoli sul percorso e di unire questi puntini dell’eccellenza italiana per costruire un progetto a tutto tondo, capace di valorizzare al meglio i nostri preziosi asset».
Per capire l’importanza del biotech in Italia bisogna guardare ai numeri pubblicati di recente nel rapporto “Le imprese di biotecnologia in Italia. Facts&Figures”. Nel 2019 le industrie e le realtà che operano nelle Scienze della Vita in Italia hanno fatturato oltre 12 miliardi di euro: parliamo di più di 700 imprese, il 28% delle quali si trova in Lombardia, e con una forte crescita negli ultimi anni nel Nord Est e nel Mezzogiorno.
Un percorso di incontri verso il manifesto
Grazie ai quattro appuntamenti del progetto “Biotech, il futuro migliore – Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia” l’obiettivo è sì creare nuove opportunità di crescita in un settore che, nel primo semestre 2020, ha già registrato investimenti per oltre 2,5 miliardi di euro. Ma c’è anche l’aspetto divulgativo: gli esperti, nell’ottica scelta da Assobiotec, devono uscire da laboratori e centri di ricerca per far conoscere la centralità del loro lavoro, soprattutto alla luce dei non più prorogabili investimenti in ambito medico e sanitario dopo lo scoppio della pandemia.
«Mai come oggi – ha commentato Palmisano – la ricerca è al centro dell’attenzione pubblica e gli scienziati sono assurti quasi al ruolo di influencer: è dunque indispensabile cogliere questo momento per far comprendere il biotech e le sue potenzialità, considerando che secondo le stime dell’OCSE nel 2030 saranno biotech l’80% dei prodotti farmaceutici, il 50% dei prodotti agricoli, il 35% dei prodotti chimici e industriali, incidendo nel complesso per il 2,7% del PIL globale». Dopo i difficili mesi nel lockdown, il Paese ha di fronte una lunga recessione economica: ecco perché la ripartenza, secondo Assobiotec, dovrebbe passare dalle Scienze della vita. Per questo l’associazione ha accolto con ottimismo le posizioni uscite dagli Stati Generali organizzati dal governo a fine giugno: gli investimenti in ricerca sono visti come centrali dall’esecutivo.
Di questo si parla lunedì 13 luglio in un incontro dedicato all’innovazione nella salute, dalla ricerca in laboratorio fino al paziente. Il calendario degli incontri dell’iniziativa di Assobiotec prosegue lunedì 14 settembre, per discutere di bioeconomia. Lunedì 12 ottobre è prevista la riunione plenaria per “Condivisione e validazione contenuti emersi nei lavori dei diversi gruppi” e, infine, lunedì 9 novembre è in programma la presentazione del lavoro svolto tra l’estate e l’autunno. Manifesto e position paper saranno subito condivisi con le Istituzioni e con il governo.
Alessandro Di Stefano