Il 5G spiegato facile: ecco perché migliorerà la nostra vita

21-05-2020 | News

Non bastavano le polemiche tra Stati Uniti e Cina sull’affaire geopolitico del 5G. Se in passato – e ancora oggi – Washington ha più volte avvertito gli alleati sui rischi di accogliere nei propri territori le reti di nuova tecnologia targata Pechino, dopo lo scoppio della pandemia di coronavirus la trama si è infittita con bufale che hanno allarmato cittadini e amministrazioni anche in Italia.

Amplificate dalla grancassa dei social network, hanno fatto il giro del mondo le fake news che mettevano in correlazione l’aumento dei contagi di Covid-19 con la presenza della antenne 5G. Boutade, ma neanche così innocue: in Gran Bretagna sono stati diversi i casi di antenne date alle fiamme come quelle del Nightingale hospital di Birmingham, una delle strutture più impegnate nella lotta al coronavirus. Casi analoghi anche in Italia, a Napoli, dove vandali hanno danneggiato l’infrastruttura che gestisce 3G e 4G lasciando la popolazione senza rete. Ma mettendo da parte sia i complottismi sia la guerra tra Usa e Cina per la supremazia tecnologica, quali sono le potenzialità del 5G? E perché resta una tecnologia abilitante per le smart city del futuro?

Non cambierà il nostro smartphone, ma le nostre città

«Banalizziamo al massimo: il 5G è come un tubo dell’acqua che fa passare molti più “dati” rispetto agli altri – spiegava in un’intervista Matteo Cesana, docente di Fondamenti di Internet e Reti al Politecnico di Milano -. Alzando un po’ l’asticella, si tratta dell’ultima evoluzione dei sistemi radiomobili classici». La rete di nuova generazione non servirà tanto a fare viaggiare più veloci i nostri smartphone. Piuttosto renderà possibile una lunghissima serie di innovazioni nelle città, nella domotica, nell’industria 4.0 e nella telemedicina.

I modelli urbani per un 5G cucito addosso a palazzi e parchi già ci sono e potrebbero essere presto inaugurati: all’ultimo CES di Las Vegas la casa automobilistica Toyota ha svelato il piano per Woven City, piccola cittadina giapponese iper tecnologica, paradiso di pedoni e ciclisti e terra proibita per tutte quelle auto che non abbiano la guida autonoma a bordo. Sotto il Monte Fuji, dove questa new town si dovrebbe inaugurare nel 2021 (ma l’emergenza pandemia potrebbe ritardare il taglio del nastro), il 5G sarà l’infrastruttura fondamentale per far parlare fra di loro gli oggetti in un ambiente sicuro ed efficiente.

Il 5G, in altre parole, è stato pensato per le macchine e non per gli uomini. Il settore dei trasporti è forse quello che mostra meglio le innovazioni agli occhi delle persone. Per funzionare in un contesto urbano trafficato e pieno di variabili, la guida autonoma ha la necessità di un’infrastruttura in grado di far correre una mole di dati enorme. In scala ridotta, la diffusione della guida autonoma è già partita sotto forma di sperimentazioni e, a causa dei notevoli investimenti necessari, potrebbe procedere con le amministrazioni pubbliche che riconvertono il trasporto locale in quest’ottica.

Dal trasporto pubblico alla chirurgia da remoto

A Milano, per esempio, sarebbe allo studio una valutazione sull’impatto della guida autonoma per la linea 90 e 91 del bus. Ma la strada non è in discesa. «Da una parte i produttori di automobili non inizieranno a sviluppare la guida autonoma finché non ci sarà una rete 5G diffusa a livello nazionale, dall’altra non si investirà sull’infrastruttura finché non ci sarà una domanda sufficiente», ha spiegato Dimitris Mavrakis, esperto di 5G e direttore di ABI Research, sottolineando quanto la partita delle reti di nuova generazione vada giocata sul doppio binario degli investimenti del settore pubblico e di quello privato.

Un altro settore cruciale per lo sviluppo del 5G è la telemedicina, tanto che si parla già di una medicina 5.0. Grazie all’Internet of Medical Things dottori e infermieri avranno uno strumento in più per il monitoraggio dei pazienti, riuscendo addirittura a svolgere interventi chirurgici da remoto. All’ospedale di Terni, in Umbria, è già avvenuto grazie al 5G e alla collaborazione con TIM. Infine c’è il capitolo dell’industria: oltre a migliorare la cybersecurity aziendale, innalzando barriere contro ogni tentativo di furto di informazioni e dati, la nuova rete 5G sarà in grado di fornire uno strumento ancora più efficace per il monitoraggio dei macchinari, e consentirà alla gestione digitale della produzione di raggiungere un nuovo livello di efficienza.

Alessandro Di Stefano

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