Un passo avanti, con risorse e importanti novità, ma forse non sufficiente a sostenere l’ecosistema startup. Il Decreto Rilancio appena varato – 55 miliardi complessivi di risorse per la ricostruzione del paese scosso dal lockdown e dall’emergenza pandemia – contiene anche fondi per startup e venture capital, che si erano mossi chiedendo all’esecutivo un colpo di reni per rendere l’innovazione perno della strategia post-Covid.
«La manovra per l’ecosistema delle startup si struttura in sostanza su tre provvedimenti – ha riassunto il presidente dell’associazione Italia Startup, Angelo Coletta -: i 200 milioni del Fondo di sostegno al Venture Capital; i 200 milioni per le startup e Pmi innovative nell’ambito del fondo di garanzia; i 100 milioni aggiuntivi per i finanziamenti agevolati del bando “Smart&Start”. Interventi che riteniamo certamente utili e positivi ma che necessitano di tempi lunghi per essere immessi sul mercato».
Tra le misure preannunciata anche dal comunicato stampa del governo, il Decreto Rilancio prevede anche l’istituzione di un fondo, il “First Playable Fund”, con dotazione iniziale di 4 milioni di euro nel 2020 per gli sviluppatori di videogiochi. Ma andiamo con ordine. Quali sono le misure principali della manovra per le startup?
Le misure dell’articolo 46
Tutto è contenuto nell’articolo 46 del Decreto Rilancio, dedicato al rafforzamento dell’ecosistema delle startup innovative. In ordine di lettura, si parte da 100 milioni di euro di risorse aggiuntive che vengono destinate «al rifinanziamento delle agevolazioni concesse nella forma del finanziamento agevolato»; sempre per l’anno in corso la manovra da 55 miliardi prevede una somma complessiva di 10 milioni di euro sotto forma di contributi a fondo perduto che le giovani imprese potranno utilizzare per accedere a servizi di tutta quella rete di «incubatori, acceleratori, innovation hub, business angels e altri soggetti pubblici o privati operanti per lo sviluppo di imprese innovative».
Il sostegno alle startup richiede non soltanto un aiuto agli imprenditori, ma anche a chi finanzia imprese con alto tasso di rischio. Per questo Palazzo Chigi ha previsto che al Fondo di sostegno al venture capital, istituito nel 2018, vadano destinati 200 milioni di euro aggiuntivi per il 2020. Su questo punto occorrerà però attendere il decreto attuativo del Ministero dello Sviluppo Economico per individuare «le modalità di attuazione delle agevolazioni previste dal presente comma, ivi compreso il rapporto di co-investimento tra le risorse».
Sempre all’articolo 46 del Decreto Rilancio viene inoltre riconosciuto l’apporto in ricerca e sviluppo da parte dell’ecosistema: in poche parole il termine “startup innovative” viene aggiunto a una legge già in vigore – la numero 160 del 27 dicembre 2019 – dopo le parole “università e centri di ricerca”.
Aree terremotate e tempistiche
Secondo l’ultimo report trimestrale pubblicato dal MISE, sono poco più di 11mila le startup innovative in Italia e di queste quasi il 30% ha sede in Lombardia. Ci sono però contesti territoriali dove, ancor prima dello scoppio dell’epidemia, le difficoltà economiche costituivano un freno all’innovazione. Ecco perché il Decreto Rilancio ha previsto che tutte le agevolazioni per le startup nelle zone colpite dal sisma venissero «estese al “Territorio del cratere sismico del centro Italia”, cioè il territorio dei comuni colpiti dagli eventi sismici del 2016 e 2017».
La preoccupazione delle associazioni di categoria, come Italia Startup, sta però nelle tempistiche. «Il Decreto Rilancio – ha aggiunto Coletta – contiene alcuni interventi utili, ma taglia provvedimenti che potrebbero incidere a breve termine sulla vita delle startup e delle Pmi innovative». Tra le richieste di associazioni di categoria come Italia Startup (sostenute anche da Assolombarda) c’era anche un potenziamento del bando “Smart&Start” – il «principale strumento agevolativo nazionale rivolto a tale tipologia di imprese, istituito dal decreto del Ministro dello sviluppo economico 24 settembre 2014» come si legge nel Decreto Rilancio – sul quale Palazzo Chigi ha destinato 100 milioni aggiuntivi.
Videogiochi, debutta il fondo di sostegno
Nel corso del lockdown si è parlato spesso del settore dei videogiochi, evidenziando soprattutto il giro d’affari di un comparto che in Italia ha faticato a farsi strada, ma che negli ultimi anni ha anche visto emergere startup e realtà indipendenti di grande valore. Secondo i dati di IIDEA (Italian Interactive Digital Entertainment Association) il mercato complessivo del gaming in Italia ha avuto una crescita dell’1,7% dal 2018 al 2019 con un giro d’affari di oltre 1,7 miliardi di euro. A sostegno di questo mondo occupazionale – fatto di professionisti e software house – viene istituito per la prima volta un fondo di sostegno.
Il First Playable Fund, con dotazione di 4 milioni di euro per il 2020, «è finalizzato a sostenere le fasi di concezione e preproduzione dei videogames, necessarie alla realizzazione di prototipi, tramite l’erogazione di contributi a fondo perduto, riconosciuti nella misura del 50 per cento delle spese ammissibili, e per un importo compreso da 10.000 euro a 200.000 euro per singolo prototipo».
Alessandro Di Stefano