L’intelligenza artificiale può stimolare la creatività?

30-01-2023 | News

Applicarla alla creatività organizzativa può portare allo sviluppo di nuovi prodotti, nuove idee e nuovi metodi di collaborazione. E persino a nuovi modi di pensare.

di Margherita Pagani e Igor Jablokov

Avviate una conversazione sul ruolo dell’intelligenza artificiale (IA) sul posto di lavoro e, molto probabilmente, la paura che la tecnologia possa sostituire i lavoratori emergerà rapidamente. Eppure, sappiamo che in questa nuova era dell’automazione si prevede che verranno creati un maggiore numero di nuovi posti di lavoro rispetto a quanti ne verranno sostituiti. Nel frattempo, gli esseri umani vogliono continuare a sviluppare, guidare e creare: l’intelligenza artificiale può aiutare in questo compito? Come può favorire la creatività organizzativa e la leadership? 

C’è un ruolo che l’IA può svolgere che risulta meno investigato e che è tuttavia meno rischioso poiché l’umano resta in primo piano: quello di connettore, facilitatore e persino musa ispiratrice.

L’applicazione dell’intelligenza artificiale alla creatività organizzativa può portare allo sviluppo di nuovi prodotti, nuove idee e metodi di collaborazione e persino nuovi modi di pensare. Assistiamo inoltre a una versione moderna di selezione naturale, in cui le organizzazioni che adottano l’intelligenza artificiale per costruire un nuovo tipo di “tessuto connettivo” creativo saranno quelle che evolveranno e si apriranno alla nuova generazione di leader, espansivi e moderni.

I sistemi di intelligenza artificiale possono sostituire compiti noiosi e lasciare la parte di lavoro più strategica e significativa al lavoratore umano. L’intelligenza artificiale può anche accelerare e sviluppare la creatività nell’organizzazione suggerendo nuove direzioni, ispirando nuove idee e persino creando nuovi prodotti. Invece di sostituire la creatività umana, l’intelligenza artificiale può creare un’esperienza più piacevole e produttiva.

Tre passaggi cruciali

Se Steve Jobs ha detto: “Il computer è la bicicletta della mente”, allora l’intelligenza artificiale è ora la sua macchina da corsa. Abbiamo condotto diverse interviste con manager che lavorano con sistemi di IA in ambienti organizzativi creativi. Da entrambi i nostri punti di vista (in quanto inventore della tecnologia che ha ispirato Alexa di Amazon e associate dean di una business school incentrata sull’intelligenza artificiale applicata al business), abbiamo osservato molteplici modalità di utilizzo dell’IA per facilitare l’esperienza creativa. Le organizzazioni e i loro dirigenti devono dunque accordare grande attenzione a come l’IA può aiutare la propria forza lavoro a ottimizzare la propria umanità, non a sostituirla, e a formare la prossima generazione di dirigenti che adotteranno automaticamente questo modo di pensare.

L’IA sta accelerando, espandendo e (se osiamo personificarla) incoraggiando la creatività attraverso tre fasi del processo creativo.

  1. Uno strumento creativo
    Gli esseri umani e, soprattutto nel contesto d’impresa, i dipendenti sono intrinsecamente spinti a scoprire – ai fini della forma, della funzione o, in casi straordinari, di entrambi. Ma ci sono circostanze necessarie per la scoperta: strumenti, tempo, accesso a informazioni ed esperienze, capacità fisiche e/o mentali. L’opportunità per l’IA è di ridurre i punti di attrito alla scoperta e persino consentire di istituzionalizzarla.
    I dispositivi digitali e le funzionalità come i touch screen interattivi e il riconoscimento vocale hanno esposto più persone a nuove opportunità di apprendimento, e quest’ultimo appare essenziale per alimentare il circolo virtuoso della scoperta. La gestione della conoscenza basata sull’intelligenza artificiale può trasformare documenti statici in esperienze interattive a comando vocale per sbloccare istantaneamente le informazioni per migliaia di persone.
    L’IA generativa applica algoritmi per creare contenuti, migliorare le immagini, scrivere storie e persino generare influencer con oltre un milione di follower. Ciò ha un impatto significativo sul processo creativo dei designer. Sorprendentemente, il software non richiede la codifica manuale, il che amplia notevolmente la disponibilità di questa funzionalità d’avanguardia.
  2. Un acceleratore del processo creativo
    L’intelligenza artificiale sta già collaborando con artisti e designer per stimolare nuove idee e soluzioni, introducendo nuovi design sul mercato.
    I motori di raccomandazione sono stati una delle prime applicazioni dell’intelligenza artificiale, ora ampiamente diffusi. Utilizzati inizialmente in contesti di consumo per proporre prodotti di vendita coerenti con le preferenze e tali da coinvolgere l’attenzione degli utenti sui loro siti, si sono rapidamente evoluti in prodotti che aiutano i dipendenti a prendere decisioni e a costruire relazioni.
    Sono stati sviluppati anche strumenti di IA per l’assistenza alla scrittura di testi per accelerare la produttività e alleviare il disagio associato a quello che alcuni considerano un compito difficile e arduo. Tuttavia, essi generano un sorprendente sottoprodotto: l’ispirazione.
  3. Un facilitatore del consumo
    I sistemi di intelligenza artificiale applicati alla pubblicità digitale hanno creato il rivoluzionario concetto di personalizzazione, che consente alle organizzazioni e agli individui di controllare quando, come e quale target indirizzare.
    Un esempio: STAR Labs, sostenuto da Samsung, ha introdotto NEON, che afferma di essere il primo “umano artificiale” al mondo, un avatar digitale in grado di imitare l’aspetto e le emozioni umane. Oltre ad essere modelli per campagne di marketing, questi avatar sono assistenti virtuali familiari in forma umana che possono insegnare, fornire informazioni o aiutare a eseguire attività. Allo stesso tempo, questi strumenti raccolgono informazioni sui clienti e aiutano i marketing manager a essere più creativi. Come gli assistenti virtuali intelligenti, possono anche ispirare l’innovazione dei prodotti e avere un impatto sulle performance aziendali consentendo di ascoltare e rispondere alle esigenze dei clienti utilizzando il linguaggio naturale.
    Andando ancora oltre, il potere di trasformazione dell’IA può modificare il concetto di linguaggio come lo conosciamo e costruire una “nuova torre di Babele”. In definitiva, non importa in quale lingua siano state ottenute le informazioni di cui abbiamo bisogno; questo sarà realizzabile tramite un linguaggio IA invisibile comune a tutti.

Verso aziende più creative?

Riteniamo che i vantaggi che le aziende otterranno dall’IA saranno proporzionali ai loro obiettivi di utilizzo. Ecco perché raccomandiamo una maggiore attenzione alle tecnologie di intelligenza artificiale di tipo aumentata: applicazioni per assistere l’uomo, intese a sollevarlo da compiti di routine e standard lasciando più tempo per compiti più creativi.

I manager devono valutare l’intelligenza artificiale attraverso la lente umana e formulare le argomentazioni su come influenzare la creatività organizzativa:

  • Adottare l’ottimismo dell’intelligenza artificiale: l’IA consentirà ai manager del futuro di essere meno meccanici (dato che la tecnologia potrà compiere i compiti standard e routinari) ma più focalizzati sulla risoluzione dei problemi ed è qui che gli esseri umani eccellono e generano successo;
  • Valutare le applicazioni di intelligenza artificiale in base a come miglioreranno l’esperienza degli attuali dipendenti e clienti. Quando le aziende crescono, rischiano di correggere eccessivamente l’innovazione e la meccanizzazione e, in definitiva, disumanizzare le loro organizzazioni.
  • Favorire le applicazioni di intelligenza aumentata, poiché le aiuteranno ad attrarre i migliori talenti. Chi cerca lavoro e i dipendenti sapranno di potersi concentrare su un lavoro significativo, creativo e stimolante che l’automazione non può affrontare.
  • Investire nella conoscenza istituzionale come vero asset dell’azienda. I semi di nuovi prodotti e servizi risiedono lì. La gestione della conoscenza basata sull’intelligenza artificiale può acquisire tale conoscenza e renderla prontamente disponibile per l’innovazione.

SIAMO D’ACCORDO con il pensiero di Tom Allen, fondatore di The AI ​​Journal, quando ha affermato: «Sono fiducioso che, alla fine, i cambiamenti apportati dall’IA miglioreranno la vita delle persone. L’IA può essere una forza positiva in questo nuovo e spaventoso mondo in cui stiamo entrando. Può aiutarci a essere più efficienti, può aiutarci a sviluppare nuovi prodotti e servizi e può aiutarci a cambiare in meglio i nostri modelli di business».

Margherita Pagani, Professore di Intelligenza Artificiale in Marketing presso Skema Business School (Parigi), Associate Dean di Skema AI School for Business e Direttore Scientifico del Centro di Ricerca sull’Intelligenza Artificiale per il Valore Sostenibile. Ha recentemente pubblicato il libro Artificial Intelligence for Sustainable Value Creation (Edward Elgar, 2021) e numerose pubblicazioni sull’impatto della tecnologia digitali e dell’intelligenza artificiale sul comportamento dei consumatori e sugli ecosistemi digitali.

Igor Jablokov, CEO della società di intelligenza artificiale Pryon, con sede a Raleigh (North Carolina). Ex ingegnere della Pennsylvania State University, ha anche conseguito un MBA presso l’Università della Carolina del Nord. La tecnologia creata dalla sua precedente azienda, acquisita da Amazon, serve oggi come base per l’assistente vocale Alexa.

 
 
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