Geopolitica irrompe nelle imprese

6-10-2022 | News

Le crescenti turbolenze del contesto globale, sia strategico che economico, suggeriscono di contare su professionisti specificamente formati per valutare i rischi connessi. Specie se imprevedibili.

di Marco Valigi

Gli eventi geopolitici degli ultimi mesi, con la folle invasione dell’Ucraina da parte della Russia e con le drammatiche conseguenze sotto gli occhi di tutti, stanno velocemente mutando gli equilibri internazionali, ma anche le scelte strategiche e le opzioni a disposizione delle imprese. Non si tratta di un cambiamento recente. Negli ultimi due decenni, infatti, il sistema internazionale e i mercati sono profondamente mutati. Da un contesto globalizzato a chiara guida statunitense, nel quale la Cina costituiva una grande promessa in termini di sviluppo e potenziali clienti e la Russia il partner energetico ottimale per bilanciare il potere di ricatto dei produttori mediorientali, si è passati a uno scenario connotato da notevole incertezza.

Pechino e il modello di business sostenuto dal Partito comunista cinese suscitano ormai da tempo sentimenti ambivalenti, alimentando timori che le partnership con il gigante asiatico, pur inevitabili, evolvano in possibili forme di strangolamento finanziario dagli effetti evidentemente nefasti. Quanto alla Russia, benché in apparenza condannata al declino economico, come sistema politico sta dando filo da torcere a Stati Uniti ed Europa. Al di là del conflitto in atto, infatti, Mosca non solo difende con vigore un modello di organizzazione sociale nel quale il ruolo dello Stato sfida i paradigmi dominanti ma, a discapito dei costi, sta anche mirando a territori cruciali per l’accesso alle vie marittime e per il controllo di alcune materie prime strategiche.

In un quadro altamente instabile nel quale le tensioni politiche tra regimi si stanno riverberando sulla supply chain, in special modo sui prezzi delle materie prime e delle fonti energetiche, i riferimenti alla geopolitica sono diventati frequenti e, insieme a loro, la tendenza a istituire un nesso tra tale disciplina e il mondo dell’impresa. Se tra geopolitica e business la relazione sia effettivamente pertinente, tuttavia, va ancora stabilito. A imprenditori e amministratori, insomma, serve realmente la geopolitica? Soprattutto, includerla nella gestione d’impresa, potrebbe in qualche modo contribuire a creare valore per i loro business?

Uno strumento utile. Con cautela

La risposta, in prima battuta è no. La geopolitica non è una metodologia applicabile direttamente e immediatamente all’impresa – almeno non nel caso delle liberaldemocrazie occidentali. Per contro, dove il rapporto tra Stato e imprese fosse rigido e l’economia subordinata alla politica, come accaduto per i regimi autoritari e totalitari del XX secolo, il posizionamento internazionale del regime e i suoi obiettivi in politica estera tenderanno a orientare le strategie d’impresa. Dunque, il quadro tenderà a essere favorevole. Allo stesso modo, in comparti come energia, infrastrutture e industria pesante e difesa, ovvero nei casi in cui il condizionamento dato dal fattore geografico e l’impatto prodotto dalle relazioni con altri Paesi sono più rilevanti, il legame tra geopolitica e strategia d’impresa risulterà invece evidente. Inoltre, va detto che le considerazioni svolte poc’anzi non si applicano a tutti gli Stati, ma a Paesi con effettive ambizioni e capacità di proiezione internazionale. Di conseguenza, anche il ricorso alla geopolitica in chiave di business tende a integrarsi più facilmente con gli obiettivi e le pratiche dei grandi gruppi industriali.

I vincoli appena menzionati, tuttavia, non devono spingere verso conclusioni premature. Parlare di geopolitica applicata al business e, magari, alle strutture aziendali prevalenti in Italia è dunque fuori luogo? Assolutamente no. Anzi, essa costituisce uno strumento indispensabile e potenzialmente trasformativo per gli operatori nazionali che intendessero analizzare accuratamente il contesto internazionale, per prendere decisioni consapevoli ed efficaci. Semplicemente, trasferire le categorie della geopolitica al mondo delle imprese non è cosa immediata e implica da parte dei vertici aziendali una certa propensione ad accogliere il cambiamento come un fattore di crescita potenziale. Anche la geopolitica, infatti, affinché determini effetti positivi sulle pratiche d’impresa, andrà armonizzata nelle sue applicazioni alle strutture, ai modelli organizzativi e ai processi prevalenti in un dato contesto. Vediamo in che modo. 

Coraggio e creatività

Un primo aspetto interessante relativo alla geopolitica è che essa guarda a come i condizionamenti geografici – o in senso più ampio ambientali e di contesto – influenzino i comportamenti e gli obiettivi realisticamente perseguibili da un dato attore od organizzazione. In particolare, in un contesto nel quale le imprese si approvvigionano o vendono quasi ovunque, essere capaci di trattare con consapevolezza il sistema di rischi e opportunità collegato a un certo complesso di clienti e fornitori variamente dislocati impatta, modificandole, sulle valutazioni concernenti il rischio d’impresa. E quanto maggiori sono le incertezze legate al contesto, tanto più cruciale rispetto al proprio successo o fallimento risulterà il modo aziende e imprenditori valuteranno il rischio d’impresa.

Un approccio che includa la geopolitica, infatti, è per definizione un metodo di governo dell’impresa che abbraccia la complessità e approccia l’ambiente non semplificandolo, ma problematizzandolo. Ciò che circonda l’impresa sarà osservato come un complesso variegato ed eterogeneo e non come una superficie liscia dove le relazioni tra mezzi e fini si declinano in modo fluido e lineare. A prevalere, soprattutto nei processi decisionali saranno i “nodi” da sciogliere, insomma. Tuttavia, essi non saranno trattati alla stregua di elementi inerziali in contraddizione con la rapidità e l’efficacia delle decisioni, quanto come un bacino di informazioni, dati e possibili soluzioni per il business. Non direttamente, forse, ma se condotta con efficacia, questo tipo di policy costituisce quindi una fonte di valore in sé, perché in grado di alimentare all’interno dell’azienda innovazione e adattamento al contesto.

Come sottolineato da Condoleeza Rice e Amy Zegart, in azienda, il rischio politico va gestito, a maggior ragione perché individuarlo può essere complesso e controintuitivo (Condoleeza Rice e Amy Zegart, “Gestire il rischio politico nel XXI secolo”, Harvard Business Review, maggio 2018).

Attribuire il corretto peso alla variabile geopolitica, guardare al mutamento del contesto politico come fonte di stimoli per le imprese, consente di allontanare rischi che, in prima battuta, potrebbero apparire come delle opportunità e di convertire in opportunità di crescita e stabilizzazione questioni che, altrimenti, appariranno come ostacoli solo perché la loro risoluzione implica una revisione, in base logiche non di mera economicità, dei mercati target, dei fornitori e delle logistiche.

Operativamente, pur senza prevedere una figura ad hoc come preconizzava Chipman parlando della necessità per le imprese di avere una propria politica estera (John Chipman, “Perché la vostra azienda ha bisogno di una politica estera”, Harvard Business Review, settembre 2016), luoghi e processi in grado di accogliere e integrare nelle pratiche aziendali le analisi e le metriche della geopolitica, d’altro canto, esistono, anche in contesti dove, come in Italia, a prevalere sono aziende di media entità. Un amministratore delegato o un imprenditore innovatore hanno sempre la possibilità di avvalersi del consiglio di un analista politico nelle fasi di elaborazione della strategia aziendale o in quelle che la precedono. Allo stesso modo, una figura del genere può essere messa a disposizione dei Consigli d’amministrazione, affiancando e integrando le indagini dei comitati rischi. Infine, a un livello differente, concepire una formazione dedicata – più operativa – per la rete commerciale estero o gli uffici acquisti non è certo fantascienza.

La geopolitica è uno strumento potente. Tuttavia, affinché possa essere attivata e messa al servizio delle imprese sono necessari coraggio, per aprirsi al cambiamento, e creatività, per immaginare come sfruttare questa risorsa rispetto al proprio business: doti che solo dei veri leader sono nelle condizioni di possedere.

Marco Valigi, Docente di Relazioni Internazionali, Università Cattolica del Sacro Cuore. Direttore del desk di Geopolitica di Governance Advisors.

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