Ministro Giovannini al Festival del Futuro: «Sostenibilità e giustizia intergenerazionale nuovi principi inseriti nella Costituzione»

20-11-2021 | News

festival del futuro

“Sarebbe bello iniziare questo futuro con una Costituzione cambiata e ci stiamo per riuscire. Se tutto va come deve andare, l’ultimo voto, spero favorevole, della Camera, ci consegnerà una nuova carta costituzionale. Siamo a un passo dall’introdurre il principio di giustizia intergenerazionale”. Lo ha annunciato oggi il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, intervenuto in chiusura al Festival del Futuro, l’iniziativa del Gruppo editoriale Athesis, Eccellenze d’Impresa e Harvard Buiness Review Italia. “L’articolo 9, in cui si parla di tutela del paesaggio, del patrimonio storico e artistico del Paese, si arricchisce dei temi dell’ambiente e della biodiversità, anche nell’interesse delle nuove generazioni. E poi si modifica l’articolo 41, con cui si realizza quella visione integrata di economia, società, ambiente. Gli investimenti e le spese pubbliche e private dovranno tener conto non solo degli elementi già citati ma anche della salute e dell’ambiente. Dei 62 miliardi di investimenti del mio ministero il 76 per cento dei progetti interni di spesa va a contrastare la crisi climatica”.

Festival del Futuro: oltre 1 milione di views

Quello del ministro Giovannini è stato l’ultimo intervento di tre giorni di dibattiti, che hanno visto la partecipazione di oltre cento relatori di fama internazionale in 15 tavole rotonde, seguite in presenza e online, raggiungendo le oltre un milione e 100mila views.

Nella sessione pomeridiana si è parlato di società inclusiva e valori dell’impresa, con Maurizio Ferrera, professore ordinario all’Università Statale di Milano e presidente del Network for the Advancement of Social and Political Studies, Maria Pierdicchi, presidente di Nedcommunity, Mark Esposito, professore ordinario di Hult International Business School e Harvard University, e Stefano Venier, amministratore delegato di Gruppo Hera. Esposito, in particolare, ha sottolineato come le imprese si stiano rendendo conto di come la misurazione del valore non sia strettamente economica, monetaria, ma un concetto molto più ampio, determinato principalmente dalla progettualità delle grandi sfide.

Energia e cambiamenti climatici

In tema di grandi sfide, si è poi parlato dell’obiettivo decarbonizzazione. Alessandro Lanza, direttore di Fondazione Eni Enrico Mattei, Giorgio Graditi, direttore del dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili di Enea, Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni, Andrea Bolla, presidente e amministratore delegato di ViviEnergia e ViviEsco, Alessandro Blasi, special advisor to the Executive Director di Iea, hanno raccontato come cambierà nei prossimi dieci anni il mondo dell’energia. Tutti hanno concordato sul fatto che in futuro l’elettricità giocherà un ruolo sempre più centrale. L’obiettivo sarà dunque decarbonizzare il sistema elettrico, riuscendo a mantenerlo in modo sostenibile. L’approccio non potrà prescindere da un mix energetico, che vedrà protagoniste le energie rinnovabili, ma anche il gas, l’idrogeno e il nucleare, che si sta lentamente evolvendo dalla fissione, la tecnologia finora utilizzata, alla fusione, che necessita ancora di un po’ di tempo per essere applicata.

Temi strettamente collegati alla tavola rotonda successiva, incentrata su “Cambiamento climatico: quanto tempo abbiamo?”. A questa domanda hanno cercato di dare una risposta Donato Speroni, membro del segretariato dell’ASviS e responsabile del progetto FuturaNetwork, Carlo Carraro, professore ordinario dell’Università Ca’ Foscari Venezia e vice chair, Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), Rosa Sangiorgio, responsabile degli Investimenti Responsabili di Pictet Wealth Management e Gianfranco Bologna, presidente onorario della Comunità Scientifica di Wwf Italia.

Il G20 di Roma ha trovato l’accordo sulla necessità di agire per mantenere entro il tetto massimo di 1,5 gradi centigradi il riscaldamento globale per metà secolo, quando si prevede una popolazione di 9,7 miliardi di persone. Si riuscirà a raggiungere questo obiettivo? I relatori hanno concordato sul fatto che i governi si stanno muovendo in modo troppo lento: fanno meglio i privati, ma non abbastanza. È necessario un cambio di rotta, che parta innanzitutto da una rivoluzione culturale, mentre a livello di investimenti un ruolo di primo piano potrà essere giocato dal Recovery Plan.

I ringraziamenti degli organizzatori

Temi di scottante attualità, che hanno chiuso l’ultima sessione del Festival del Futuro. Soddisfatti gli organizzatori dell’evento, a partire da Matteo Montan, amministratore delegato del Gruppo editoriale Athesis, che ha ringraziato tutti coloro che hanno partecipato all’evento, così come Enrico Sassoon, direttore di Harvard Business Review Italia, che ha rilevato l’elevato livello scientifico delle tavole rotonde, e Luigi Consiglio, presidente di Gea, che ha ricordato le motivazioni sociali del Festival, portando all’attenzione i temi centrali del nostro futuro.

Future Arena

Al termine della giornata, spazio a Future Arena, il format dedicato all’innovazione e alle startup, che si è concentrato sul tema “Investiamo sul futuro”, in collaborazione con l’Università di Verona. Attraverso un ricco programma di pitch innovativi, alcune startup del territorio e spinoff dell’ateneo veronese hanno presentato il loro business a investitori, esperti del settore, referenti di associazioni di categoria e istituzioni.

Condividi questo contenuto su: