La nuova frontiera della space economy, le sfide ambientali, le emergenze sanitarie dopo la pandemia. Abbracciano i temi di più scottante attualità le tavole rotonde che hanno chiuso il primo giorno del Festival del Futuro, manifestazione promossa dal Gruppo Editoriale Athesis, Harvard Business Review Italia ed Eccellenze d’Impresa, giunta alla sua terza edizione.
Il primo panel del pomeriggio, intitolato «Dopo la pandemia: come affronteremo le future crisi globali», ha visto confrontarsi Roberto Giacobazzi, docente e pro-rettore dell’Università di Verona, il direttore generale per le riforme della Commissione europea Mario Nava, il direttore scientifico di Humanitas Alberto Mantovani e Sergio Abrignani, docente dell’Università degli Studi di Milano. Tutti si sono dichiarati d’accordo sulla prevedibilità dell’emergenza sanitaria. “Not a question of if, but when”, non era una questione di “se”, ma di “quando”: il virus del Covid 19, pur non essendo inatteso, ha trovato tutti impreparati. La storia dell’uomo è stata segnata, nei secoli, da pandemie e guerre, che hanno cambiato il volto a intere città, regioni, Paesi: in questo frangente, tanto più illuminata riesce a essere la politica, tanto meglio riusciranno a uscirne i cittadini. Diverse le lezioni di cui far tesoro in vista di una potenziale nuova emergenza sanitaria, su cui i relatori si sono detti d’accordo: l’esperienza vissuta negli ultimi due anni ha permesso, infatti, di capire l’importanza della ricerca, che ha portato a sviluppare in tempi rapidi i vaccini, delle tecnologie, della collaborazione pubblico-privato, e dell’efficienza del sistema sanitario nazionale.
Dalla salute allo spazio con «La nuova frontiera della Space Economy», una tavola rotonda a cui hanno partecipato Roberto Paura, presidente dell’Italian Institute for the Future, Raffaele Mauro, general partner di Primo Space, Mariangela Dejana, istitutional business development manager di D-Orbit, il direttore di Center for Near Space dell’Italian Institute for the Future Gennaro Russo, Veronica Moronese, esperta di diritto spaziale e legal director di ThinkOrbital oltre che chief scientist di Center for Near Space e Luigi Pasquali, Ceo di Telespazio. Il settore dell’economia spaziale, ovvero la catena di valore che genera prodotti e servizi innovativi a valore aggiunto partendo da infrastrutture spaziali e tecnologie digitali, sta entrando in una nuova era. Oggi non è più solo innovazione tecnologica ma anche innovazione di business, con grandi opportunità per imprese, istituzioni e cittadini. Lo certificano i numeri legati a questo settore. Nel 2020 il fatturato ha sfiorato i 420 miliardi di euro, con 4,8 miliardi di investimenti in startup, e le stime più modeste parlano di un trilione di fatturato da qui al 2030. Questo è possibile perché la space economy è passata da settore di nicchia a settore altamente trasversale, con moltissime applicazioni e nuovi servizi in comparti tradizionali come agricoltura, sanità, assicurazioni, protezione dell’ambiente, utility e logistica.
Sul palco è poi salita Maria Cristina Piovesana, vicepresidente per l’ambiente, la sostenibilità e la cultura di Confindustria, secondo cui se c’è una speranza per la sostenibilità e l’ambiente, quella speranza si chiama industria: “Quello che non molti anni fa era un binomio ritenuto in opposizione – impresa e ambiente – oggi invece è espressione di una grande alleanza e di una grande speranza”, ha spiegato Piovesana. “E questo per due ragioni: la prima, perché gli uomini e le donne che lavorano nelle nostre aziende sono gli stessi cittadini e giovani che credono nella necessità di avere comportamenti orientati alla sostenibilità. La seconda, perché le nostre aziende sono depositarie di quelle competenze e tecnologie che oggi sono al servizio degli obiettivi che, qui, non vorrei definire di sostenibilità, ma di futuro”.
Al termine degli interventi ha fatto il suo debutto Future Arena, il nuovo format dedicato alle startup e all’innovazione. Enrico Pandian, founder di StartupGym e di varie altre startup tra cui Supermercato24, ha fornito alcuni consigli agli aspiranti imprenditori: “Le aziende devono iniziare a pensare in modo diverso, a guardare al mercato e a capire che il consumatore sta cambiando, grazie anche alla forte spinta che si è verificata verso il digitale. E poi bisogna assumere talenti che vengono da mondi diversi dal nostro, perché ci possono aiutare a vedere il nostro modello di business in una nuova ottica”.
Michele Bauli, presidente della Fondazione Speedhub, Denis Faccioli, presidente delle rete innovativa regionale Tech4life, Franco Fummi, di Ice Lab dell’Università di Verona, e Massimo Pasquali, responsabile del coordinamento aziende del Banco Bpm, hanno partecipato alla tavola rotonda “Quando l’innovazione fa rete”, sottolineando l’importanza del fare squadra in questo particolare momento storico. Per superare la crisi legata all’emergenza sanitaria è necessario puntare insieme sull’innovazione, cambiando mentalità, facendo leva sui giovani talenti e chiedendo un supporto alla finanza, affinché aiuti le aziende a crescere.
In conclusione è stato presentato il progetto Enactus con Marta Bertolai e Francesca Chiesa di Enactus Italia.
Foto di copertina: Mauro, Dejana, Russo, Moronese, Paura, Festival del Futuro, la nuova frontiera della Space Economy, Verona 18 Novembre 2021. Fotolive Filippo Venezia