Non siamo soli nell’universo: le ipotesi del professore di Harvard Avi Loeb

27-07-2021 | In evidenza in HP, News

extraterrestri

«Dico soltanto che dovremmo considerare la possibilità che si trattino di detriti tecnologici di altre civiltà». Avi Loeb, professore israeliano di astrofisica ad Harvard, ha definito così Oumuamua – dall’hawaiano, significa ‘esploratore’ – ovvero il primo oggetto interstellare osservato mentre attraversava il Sistema Solare, fotografato dagli esperti dell’Università della Hawaii il 19 ottobre 2017. Alla guida da anni del dipartimento di astronomia di Harvard, Loeb ha acceso un dibattito senza precedenti quando si è esposto in prima persona sostenendo quanto sia probabile che l’uomo non sia solo nell’universo. Intervistato lo scorso gennaio dal Guardian, ha ribadito così la propria posizione sugli extraterrestri: «Oumuamua non era un asteroide o una cometa o qualsiasi altro oggetto naturale: si è trattato di un’enorme vela a forma di pancake, spessa meno di un millimetro, spinta dalla radiazione solare».

Extraterrestri: il dibattito oltre il complottismo

In un paper pubblicato sull’Astrophysical Journal Letters, Loeb e il collega Shmuel Bialy hanno presentato una teoria tanto affascinante quanto dibattuta all’interno della comunità scientifica. Oumuamua, questo il concetto di fondo, ha rappresentato il primo contatto dell’umanità con un artefatto di intelligenza extraterrestre. Tutte queste nozioni e ipotesi si sono guadagnate da una parte le critiche di esperti del settore; dall’altra, però, hanno spalancato le porte a Loeb per un processo di divulgazione sci-fi sul tema degli extraterrestri.

Extraterrestrial: The First Sign of Intelligent Life Beyond Earth è il titolo dell’ultima opera del docente di Harvard – disponibile, per ora, soltanto in inglese – nella quale ha argomentato le proprie teorie. Intervistato a febbraio su Scientific American, Avi Loeb ha espresso la propria posizione in questo percorso di ricerca, rispondendo così alle critiche di non pochi colleghi. «Ci sono, naturalmente, storie di fantascienza sugli alieni, così come molti rapporti UFO non comprovati. Ora, supponiamo che ci sia una letteratura sulle proprietà magiche del COVID-19 che non ha alcuna attinenza con la realtà. Questo significherebbe che gli scienziati non dovrebbero mai lavorare per trovare un vaccino contro questa pandemia? No!».

Loeb e la sfida alla comunità scientifica

Al netto delle opinioni di ciascuno e degli evidenti rischi bufale che si annidano nel dibattito sulla presenza o meno degli extraterresti, Avi Loeb ha lanciato anche una sfida alla comunità scientifica esponendosi con le proprie idee. Il suo obiettivo, a quanto pare, sarebbe combattere il conservatorismo che starebbe danneggiando il mondo della ricerca, nella quale le idee audaci e la volontà di mettere in discussione quanto finora si è pensato o studiato faticherebbero a emergere. «La scienza dovrebbe essere senza pregiudizi, aperta alla discussione. Non bullismo».

In merito al tema UFO ed extraterrestri, a fine giugno il Pentagono ha pubblicato un report nel quale conferma oltre 140 avvistamenti di Unidentified Flying Object, senza però dare ulteriori spiegazioni. Alcuni osservatori hanno fatto notare il fatto più di rilievo in questa vicenda: è una notizia notevole il fatto che il Dipartimento di Stato del paese più potente al mondo abbia pubblicato un documento ufficiale nel quale si parla esplicitamente di UFO. Che sia un primo passo verso un nuovo modo di affrontare la questione?

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