di Carl Schramm
Mettetevi nei panni di un imprenditore che si trova di fronte a un bivio. Avete lavorato duramente per costruire una nuova piattaforma e pensate che sia ora di portarla sul mercato. Ma il venture capitalist (VC) che siede nel vostro board dice che il prodotto richiede almeno altri tre mesi di sviluppo e che raccomanderà un ulteriore investimento solo se definirete una chiara strategia di accesso al mercato e presenterete un piano dettagliato per implementarla. Dovete seguire il suo consiglio? In assenza di dati empirici sui risultati conseguiti da piccole aziende imprenditoriali comparabili alla vostra, è impossibile sapere quale corso di azione sarebbe più idoneo per la vostra start-up.
Joshua Gans sostiene che l’assenza di un progetto strategico per valutare le opzioni porta a scelte strategiche disinformate. Io la vedo diversamente e ora vi spiego perché.
L’industria dell’imprenditorialità
Fino agli anni Ottanta, nessuno ha mai insegnato veramente l’imprenditorialità, e gli studiosi di economia aziendale non mostravano alcun interesse per le modalità con cui venivano nascevano le imprese. Il loro obiettivo era preparare gli studenti a far carriera in grandi aziende e banche. Poi sono arrivati Bill Gates e Steve Jobs e gli studenti, sognando di emularli, hanno chiesto corsi e seminari sull’imprenditorialità.